A San Pellegrino per il giro del diavolo
Immagino che chi riceve uno schiaffo da girare tre volte su sé stesso, non sia disposto ad offrire l’altra guancia.
Riesce altrettanto difficile, però, immaginare la reazione che ebbe San Pellegrino a quel potente ceffone.
Si racconta che il santo, nato intorno al 543 d.C., fosse figlio del re di Scozia, Romano. Appena quindicenne, rimase orfano. I funzionari del Regno avrebbero voluto che succedesse al padre, ma lui preferì disfarsi di tutti i beni, per recarsi in Terra Santa, dove si fermò per circa 42 anni.
Venne poi in Italia per fermarsi da eremita, dopo varie peregrinazioni, sulle nostre montagne. Fu proprio qui che incontrò il diavolo, il quale cercò di tentarlo in tutte le maniere, per impedirgli di erigere le croci di faggio che andava ponendo sul passo, posto fra Lucca e Modena.
Il diavolo, prima, assunse la sembianza di un drago per intimorirlo; poi, quello di una deliziosa fanciulla, per sedurlo. Non ci riuscì, e così pensò di vincere la resistenza di san Pellegrino passando al potente ceffone, ritenuto metodo più persuasivo.
Come nacque il “Monte Forato”
Il santo (ufficialmente non riconosciuto dalla Chiesa, nonostante i miracoli che gli si attribuiscono), vuoi per il dolore fisico, vuoi per le frustrazioni subite per giorni, reagì con una tale sberla, da far volare il demonio verso una parete della Pania, e tanto violentemente da bucarla da parte a parte: è quella montagna che oggi chiamiamo Monte Forato.
Questa leggenda, ogni 1° agosto, da tempo immemorabile rivive a S. Pellegrino in Alpe, con il “Giro del diavolo”: un percorso di circa 3 chilometri, da compiersi per tre volte, partendo dalla piazza del paese.
Si passa nei luoghi più amati dal Santo, attraverso splendide faggete, e sono molti ancora a portarsi in spalla un masso, di varia grandezza in rapporto alla propria età, condizioni fisiche e peccati da espiare. Ad ogni giro, quel masso viene depositato nel luogo in cui San Pellegrino incontrò il diavolo.
Dalla montagna di sassi che troverete lassù vi potrete rendere conto come questa tradizione sia stata rispettata
Si attribuisce al santo altro famoso miracolo che vide beneficato il nipote di Federico Barbarossa. Questo giovane, posseduto dal demonio, condotto davanti al sepolcro del santo, fu immediatamente liberato della sua ossessione e l’imperatore, per gratitudine, donò a quella chiesa una vasta estensione di terreno per rendere possibile un futuro ampliamento.
La cerimonia del “cambio della Croce”
Ogni primo di agosto si ripete anche la toccante cerimonia del “cambio della croce”. La vecchia Croce di faggio viene sostituita con una nuova portata da fedeli provenienti dalla parte emiliana che si incontrano con quelli della parte lucchese, a pochi passi dal santuario, nella zona panoramica detta “il molo”. I fedeli potranno poi staccare una piccola parte di corteccia dalla croce, tradizionalmente considerata protezione dei Santi Bianco e Pellegrino.
Quel giorno sarà l’occasione anche per visitare la Chiesa di San Pellegrino, che fu ospedale intorno al Mille e che si dice costruita là dove fu trovato il corpo del Santo, con pietre, ottenute dalla frantumazione dei peccati di tutta l’umanità.
Nella foto: la croce di faggio a San Pellegrino.