Abbazia di Sant’Antimo, la più bella del mondo
Dice lo scrittore Antonio Tabucchi che l’Abbazia di Sant’Antimo “è senz’altro la più bella chiesa romanica del mondo … si trova in una valle che si può scorgere non appena passata la prima curva a gomito, e allora la strada scende dolcemente, come le carezze che mia nonna mi faceva sulla schiena quando ero piccino per farmi addormentare”.
E’ opera di un monaco il cui nome compare in una iscrizione sul portale della facciata : Azzo da Porcari, vissuto fra l’XI ed il XII secolo. Azzo, oltre ad essere l’architetto di questa splendida costruzione, fu anche il promotore del suo rifacimento, iniziato nella primissima parte del 1100 ed interrotto per motivi economici , lasciando incompiuta la facciata.
L’Abbazia di Sant’Antimo, secondo la leggenda, si dice fosse stata fondata da Carlo Magno già dall’VIII secolo, a seguito di un fatto prodigioso accaduto allo stesso imperatore nel paese di Castelnuovo dell’Abate.
E’ nel XII secolo che l’abbazia raggiunge la sua massima ricchezza, rilevanza e fama. A partire dal 1250, inizia il suo lento declino, causato probabilmente dalla diminuita importanza dell’ordine benedettino.
Soltanto alla fine del 1800, grazie all’attenzione dello studioso Antonio Canestrelli, si è riacceso l’interesse artistico nei confronti dell’abbazia di Sant’Antimo.
La chiesa romanica, in alabastro, graniti e marmi è a tre navate, delineate da semicolonne alternate a pilastri con capitelli scolpiti. La navata centrale è slanciata verso l’alto con copertura a capriate lignee, mentre le laterali, più basse, sono coperte da volte a crociera.
Sotto la chiesa c’è una cripta molto piccola, ritenuta il più antico esempio in Toscana.
Il campanile, addossato alla chiesa, è ancora incompiuto, ma è molto elegante, solenne, con i piani sottolineati da cornici marcapiano ed aperti con monofore e bifore. Si incontra scendendo per la strada che da Montalcino conduce verso l’Amiata. E’ una visione sconvolgente.
Il paesaggio d’intorno è di una bellezza struggente e l’abbazia, posta in mezzo alla vallata, più che interromperlo, sembra completarlo: di colore ocra, come quella terra, assume, verso il tramonto, riflessi rossastri che infondono nel visitatore un senso di pace e di serenità.
Nella foto: l’Abbazia di Sant’Antimo.