BENEDIZIONE DEL SERCHIO
Quello di celebrare in anticipo ricorrenze e festività, è un andazzo che contagia un po’ tutti: Natale è ancora lontano ma già si parla del Carnevale; prima di Pasqua si comincerà a parlare di Ferragosto. Anche la Chiesa non si sottrae a questo vezzo e stasera verrà benedetto il Serchio, con un solo giorno d’anticipo, ma chissà che con il tempo non si riesca a far meglio.
La benedizione del fiume Serchio, fino a poco tempo fa avveniva, ogni anno, la sera del 18 novembre, a ricordare la disastrosa alluvione che si verificò lo stesso giorno del 1812. In quella occasione, le porte della città furono chiuse e con l’ausilio di materassi e pagliericci fu garantita una relativa tenuta all’acqua che minacciava il centro. La stessa Elisa Bonaparte, Principessa di Lucca e Piombino, per entrare in città fu issata sulle mura, con una sorta di bilanciere per non aprire i battenti sprangati a contenere la furia delle acque.
Un fatto che prima del Seicento si verificava quasi ogni anno, ma che sembrava definitivamente scongiurato a seguito del così detto “miracolo di San Frediano”. Parliamone. Fu Frediano, vescovo di Lucca a deviare il corso del fiume Serchio, caro ai Lucchesi, in due sensi: caro perché “amato” e caro perché “costoso” considerati i danni che con le sue piene recava alla città e dintorni. Fu coniato anche un modo di dire, quale: “Mi costi più del Serchio ai Lucchesi”, per parlare di un costo enorme. Ecco come descrive il miracolo, nei Dialoghi, l’allora papa Gregorio Magno: “Frediano, uomo di Dio, si fece un piccolo rastrello, si avvicinò al letto del fiume e si mise a pregare; poi ordinò al fiume di seguirlo e trascinò il rastrello per i luoghi che ritenne opportuni. Il fiume con tutte le sue acque abbandonò il corso consueto e lo seguì, formandosi un nuovo alveo.” Il pittore Amico Aspertini, ci lascia, nella chiesa a lui dedicata, una raffigurazione del santo, intento in questa opera idraulica che però non tutti apprezzarono.
Le acque che prima erano dirette verso la città, si riversarono su Marlia, Lunata, Antraccoli, Capannori, Tassignano, Porcari, fino a raggiungere Bientina per trovare uno sfocio nell’Arno, nei pressi di Calcinaia.
Vennero così a verificarsi, nella pianura orientale lucchese, straripamenti ed inondazioni, provocando distruzioni di raccolti e conseguenti carestie.
Sappiamo che il vescovo Frediano, recatosi a Lunata in preghiera, fu malamente accolto dalla popolazione, che evidentemente non aveva gradito quel tipo di miracolo, ed il santo dovette riparare al più presto a Lucca, ad evitare guai peggiori.
Il fatto è stato dimenticato e questa sera, i fedeli della parrocchia di S. Frediano si recano a pregare di fronte all’immagine del Santo in piazza dell’Anfiteatro e subito dopo si trasferiscono in riva al Serchio, al Montescendi. Lì incontrano i fedeli di Monte San Quirico per la benedizione del fiume, come da antica tradizione.
San Frediano devia il corso del Serchio.