BUON NATALE!
Buon Natale agli amici vicini e lontani, ai vaccinati e non; ed un particolare Buon Natale lo auguro agli ammalati e a coloro ai quali l’epidemia ha sottratto una persona cara.
Non intendo imparare la lezione che l’Europa sta tentando di impartirci, per sostituire il “Buon Natale” con l’anonimo “Buone Feste”. Io continuerò a dire “Buon Natale”, perché non credo di offendere lo straniero che si trova nel nostro Paese e professa religioni diverse rispetto al Cristianesimo. Come sono sicuro che nessun islamico, induista, buddista, ebreo, confuciano, ecc. ecc., se è in condizione di far uso della ragione, possa offendersi, sentendo scambiarsi quell’augurio.
Quello che mi meraviglia, invece, è che continuiamo a sopportare, pagandole, persone in Europa, capaci di escogitare e poi emanare simili direttive. Mi preoccupa il loro stato mentale, perché se sono capaci di distruggere il Natale, da loro, ci possiamo aspettare di tutto.
Mi mettono ansia, pure, quei professori e maestri, che proibiscono il presepe nelle scuole, o la stella cometa, o anche l’albero, tutti simboli di un Natale che, nel loro delirante “buonismo”, va dimenticato, in nome di un globalismo che ci renda tutti uguali, come tanti numeri.
Se potessero, proibirebbero anche le neve.
Dimenticare le nostre radici, è come rinunciare ad essere noi stessi. Rinunciare al nostro orgoglio di essere figli, dei figli, dei figli, dei figli di Leonardo Da Vinci, di Dante Alighieri, di Michelangelo, di Raffaello, di … di … di…
Per loro, dovremmo essere interscambiabili come i biglietti da 10 euro.
Mi dispiace, ma io non sono disposto al baratto e continuerò a dire “Buon Natale”, e ad apprezzare il Presepe, gli zampognari, i canti natalizi, la Befana e tutte le nostre tradizioni.
Anzi, vi dirò che la notte di Natale, io bevo il ponce al mandarino, rispettando la tradizione dei miei nonni che, in quell’unica occasione, si permettevano di acquistare una bottiglietta di liquore per poi allungarlo con tanta acqua bollita affinché tutti in famiglia ne potessero godere di un goccetto. E metto nel caminetto il ciocco più grosso e racconto ai miei nipoti che si faceva così, perché nella notte sarebbe sceso nelle case il Bambino Gesù ed era necessario accoglierlo in un ambiente caldo, a compensare il freddo, che aveva sofferto nel nascere.
I contadini poi, prima di andare a Messa, dovevano riempire le mangiatoie per gli animali della stalla, perché in quella notte magica, a mezzanotte in punto, si diceva che gli animali parlassero fra loro e non dovevano dire che il padrone era un lucchesaccio avaro.
Racconto quello che avevano raccontato a me; e dico loro di come ne ero rimasto emozionato e tutto pieno di stupore.
3 Commenti. Nuovo commento
Buon Natale anche a lei che come scrive siamo molto lontani oltre 10.000km dalla Republica Dominicana, qui le doppie non ci sono, in compenso siamo invasi da oltre 200.000 turisti con arrivo nel porto a noi vicino Puerto Plata (50 km da casa nostra) di oltre 80 navi da crociera e l’inaugurazione di tre tratte nuove di aerei uno dall’Italia uno dalla Germania e l’altro dal Canada. Non faccio commenti.
Caro Giampiero, nella notte di Natale è certo che gli animali parlassero, e che le matriarche passassero il segreti alla prima figlia femmina. Gli uomini sono prevalentemente spirito, rispetto alla cara. Buon Natale!
Però tentano in ogni modo di farci dimenticare questi aspetti della nostra cultura e tradizione, in nome di un globalismo, che ogni giorno che passa, trovo sempre più ridicolo e deleterio. Buon Natale anche a Te e Famiglia.