Difendiamo la nostra libertà
Ricordo che alcuni anni fa, assistendo ad un programma televisivo, Marco Pannella, leader storico del Partito Radicale, fece osservare che l’Italia era al 34° posto nel mondo, per libertà di stampa.
Uno degli invitati in studio, molto meravigliato, disse: “Non lo sapevo”.
E Pannella: “Non mi meraviglio. Se lo avesse saputo forse oggi non ci troveremmo al 34° posto”. Era il 2012, se ben rammento.
Nel 2019, l’Italia ha perso ulteriori posizioni, classificandosi al 43° posto dopo Paesi come la Giamaica, la Costa Rica, il Ghana.
Oggi, 2021, ritengo che la situazione sia ulteriormente precipitata. Da Paese posto fra quelli “con problemi notevoli”, in fatto di libertà di stampa, l’Italia sarebbe sicuramente posta fra quelli caratterizzati da una “situazione difficile”, se non “molto grave”.
La qualità dell’informazione
Basti pensare, come è stata gestita l’informazione durante questa epidemia. Le televisioni, ad ogni ora del giorno, sono state riempite con immagini di ospedali, di obitori, di cimiteri, di camion militari, pieni di bare che trasportavano i cadaveri alla cremazione.
Oggi si aggiungono quelle delle vaccinazioni selvagge. Accendi la TV e vedi mascherine e bracci rassegnati offerti alle iniezioni. Non c’è più nessuno che muore di tumore, di infarto, di meningite, di vecchiaia. Pochissimi sono i decessi per incidenti stradali.
Tutti muoiono di Covid, ma non è mai stato precisato come vengono contati questi morti. Non è mai stato detto che i vaccini vengono somministrati in via sperimentale, tanto è vero che AstraZeneca, dopo i primi morti di trombosi ha dovuto aggiornare al bugiardino un intero paragrafo dedicato a ‘Trombocitopenia e disturbi della coagulazione’.
Pare che siano stati completamente debellati i casi di influenza che tanto preoccupavano fino all’inverno 2020. Sono questi i metodi ossessivi di persuasione adottati. Dunque, non può meravigliare di imbatterci, come è capitato a me, in un agricoltore che, solo, in mezzo ad un podere di qualche migliaio di metri, vangando, indossava la mascherina.
Si tappa la bocca a chi la pensa diversamente
Quello che più preoccupa ai fini della libertà di stampa, è il notare che in televisione non compaiono mai le facce di medici a dire qualcosa di diverso, rispetto a quel copione imposto dal Governo.
Non so: qualcuno che chiedesse perché mai fin dall’inizio, non sono state eseguite le autopsie sui cadaveri, che avrebbero potuto fornire elementi per poter poi definire le terapie migliori in caso di malattia.
Oggi, anche in Italia ci sono cure per guarire e per prevenire la malattia, ma si impedisce a quei moltissimi medici che sono in condizioni di farlo, di comparire in televisione per parlarne e portare un po’ di conforto alla gente.
Se oggi, in Inghilterra, non muore più nessuno di Covid, almeno così si dice, non si deve dare il merito al solo vaccino, come falsamente si vuol far credere in Italia, ma alle cure che si praticano sui pazienti.
Dobbiamo stare molto attenti perché alla così precaria libertà di stampa, e quindi di informazione, si aggiungono ulteriori attentati ai nostri diritti: al lavoro, al libero movimento delle persone, alla istruzione, alle libertà personali, alla democrazia.
Già ci hanno chiusi in casa; già si minaccia chi non vuol sottoporsi al vaccino, di sanzioni e coercizioni di vario tipo, ignorando del tutto che la nostra Costituzione tutela anche il diritto di rifiutare un trattamento sanitario.
Sono attentati continui alla nostra dignità.
Dobbiamo aprire gli occhi, prima che sia troppo tardi.
Edouard Manet, Un bar aux Folies Bergère, 1881