Febbraio grandi e piccoli imbacucca
Ed eccoci a Febbraio, secondo mese dell’anno. Nella classifica dei mesi, ha guadagnato moltissime posizioni perché fino al 46 a.C., quando nell’antica Roma, vigeva il calendario romano, Febbraio era l’ultimo mese. L’anno infatti cominciava da marzo e questo spiega perché settembre fosse il settimo mese, ottobre l’ottavo, fino ad arrivare a dicembre che era il decimo.
È il mese più corto dell’anno (e sappiamo bene il perché, avendolo appreso dalla ‘leggenda della merla’) e, quasi sempre il più terribile per il freddo pungente, tanto che c’era il detto: “Febbraio, Febbraietto, corto corto e maledetto!”. E anche: “Se Gennaio mette ai monti la parrucca, Febbraio, grandi e piccoli imbacucca”, e cioè ci si deve coprire molto bene, essendo ancora nel cuore dell’inverno.
Va fatta attenzione al tempo che fa il 2 febbraio, Purificazione di Maria perché:
“Per la Santa Candelora,
se nevica o se plora (piove)
dell’inverno siamo fuòra;
se è sole o solicello,
dell’inverno siamo dentro”.
Quindi il 2 è un giorno importante, che potrebbe segnare la fine dell’inverno. Questa credenza, diffusa in tutta Italia, viene da molto lontano; un proverbio latino diceva: “Si Sol splendescat Maria Purificante, maior erit glacies post festum, quam ante” e cioè cioè: “Se nel giorno della Purificazione di Maria splende il sole, il gelo sarà più forte dopo la festa, che prima”.
E’ il mese del carnevale, che inizia proprio oggi: periodo festoso, spensierato che precede la triste Quaresima, con le sue privazioni e lamentazioni.
Anche Geppe, il personaggio del contado, creatura di Custer De Nobili, giustificava così questo periodo di spensieratezza:
O che s’ha a piange sempre?
O che s’ha a sta’ sempre in chiesa
a picchiassi e a dì orassion?
S’ha sempre a vive in casa nder canton
der foo e pensa’ a’ ddebbiti e a frigna’?
Quarche vorta s’ha a ride e s’ha a balla’…
Nell’antica Roma, a Febbraio si celebravano i Lupercalia, una festa disinibita, selvaggia e sessuale, che si svolgeva nelle strade coinvolgendo tantissimo popolo. Si sacrificavano animali agli dei. Le donne offrivano volontariamente la loro schiena alla frusta dei luperci (sacerdoti del rito), perché si riteneva che ciò propiziasse la fertilità.
Dopo questo periodo di spensieratezza, sopravvenivano i Parentalia, una festività che durava otto giorni, dedicata alle anime degli antenati.
Non sembra anche a voi che ci siano affinità fra il nostro febbraio e quello degli antichi Romani?
Immagine: Cacciatori nella neve (1565) di Pieter Bruegel, il Vecchio (Breda, 1525/1530 circa – Bruxelles, 5 settembre 1569), pittore olandese.