Giovanni Lazzarini, rese Lucca “parigina”.
Si può soltanto immaginare quell’immenso cantiere che si aprì a Lucca all’arrivo dei Francesi. Quel respiro che Elisa Bonaparte chiedeva per il Palazzo Pubblico e comportava, fra gli altri, l’abbattimento della chiesa di San Pietro Maggiore fu scambiato per furia iconoclasta. Cadevano palazzi, crollavano torri, immaginette, muri; sparivano conventi, magazzini ed abitazioni, finché Lucca non ebbe l’aspetto di una piccola Parigi.
A realizzare quell’intervento al cuore della città, fu l’architetto Giovanni Lazzarini, un lucchese, che si era laureato a Roma e che da poco insegnava architettura all’Università di Lucca. Era giovane, ma già aveva un nome conosciuto anche all’estero, per aver eseguito lavori a Palma di Maiorca per conto del cardinale Antonio Despuig y Dameto. Così la Principessa Bonaparte Baciocchi, nel 1806, lo nominò architetto del Principato.
Realizzò la nuova porta ad est della città sullo stile francese e Via Elisa che la collegava al centro.
Partecipò alla ristrutturazione della zona intorno alla chiesa di San Romano abbattendo un convento risalente all’VIII secolo per la realizzazione di un quartiere militare. Prese parte alla trasformazione del convento di San Giorgio in carcere. Progettò il cimitero di Sant’Anna. Dobbiamo a lui la ristrutturazione del Teatro del Giglio, realizzata nel 1817, quando già Elisa se ne era andata.
Sempre per i Francesi, progettò, a Viareggio, la costruzione della Villa Paolina Bonaparte, detta “Il rifugio di Venere”. Ed a proposito di ville non possiamo fare a meno di ricordare quella dei principi Baciocchi a Marlia. Quella villa apparteneva alla famiglia Orsetti, ma piacque tanto ad Elisa che volle farne la sua dimora estiva e come ogni buona principessa che si rispetti, capricciosa, puntò i piedi e la volle. Fece tutto lei, perfino il prezzo da esproprio determinò, tanto che il povero Orsetti, finché ebbe fiato se ne lamentò con tutti, non tralasciando alcuna occasione per “sputtanare”, pubblicamente, i Principi.
Sappiamo quanto i Bonaparte, fossero “parsimoniosi”. Ricordate, a questo proposito l’episodio di Paolina e di sua madre Maria Letizia a Bagni di Lucca, che restituivano a quel povero fornaio il pane secco avanzato, per averne una medesima quantità di pane fresco?
La villa acquistata aveva bisogno di essere ristrutturata ed il lavoro fu affidato al solito architetto Giovanni Lazzarini. E a questo punto facciamo conoscenza con altro importantissimo personaggio per la nostra città.
All’Università di Lucca, il Lazzarini aveva tra i suoi allievi Lorenzo Nottolini, che sarà l’autore dell’acquedotto romano. Lo considerava talmente bravo che lo scelse come aiutante per la ristrutturazione del complesso Orsetti, che fu ampliato con l’acquisto di altri terreni e della vicina villa dell’Orologio per farne un tutt’uno.
Dal loro combinato intervento ne risultò quella spettacolosa residenza che vediamo oggi: la Villa Reale di Marlia.
L’architetto Giovanni, dopo la caduta di Napoleone, continuò a lavorare per i Borboni, con la ristrutturazione del Ponte di Monte San Quirico (1816), della Cattedrale di Pietrasanta (1816) e di altri interventi.
Nel 1818 Maria Luisa di Borbone, però, lo sostituì, nominando “Architetto Regio”, Lorenzo Nottolini.
Giovanni Lazzarini, nato a Santa Maria a Colle il 6 febbraio 1769, morì a Lucca nel 1834, il 5 gennaio, come oggi.
(Nella foto: Villa Reale a Marlia)