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I diritti non hanno colore
Era una sera freddissima quel 1° dicembre 1955 a Montgomery in Alabama. Il pullman era affollato e Rosa Parks, ragazza di colore, temette di non trovare posto. A fatica salì e vide un sedile vuoto nella zona del veicolo riservata promiscuamente a bianchi e neri.
Era stanchissima dopo una giornata di lavoro e ne approfittò. Due fermate dopo, il pullman era ancora più pieno. Salì un signore: dette un’occhiata intorno, alla ricerca evidentemente, di un posto libero, poi disse qualcosa al conducente.
Rosa Parks lo vide dirigersi verso di lei, unica nera nella zona promiscua e la invitò a lasciare il suo posto per farvi sedere l’uomo bianco.
La ragazza si rifiutò di farlo, semplicemente dicendo che era salita prima e che aveva diritto a restare seduta. Disse di ben conoscere quali fossero le norme segregazioniste vigenti in Alabama, ma era stanca di cedere a questi sosprusi.
Di fronte a tale rifiuto pacato, ma fermo, il conducente chiamò la polizia e Rosa Parks fu arrestata. Nessuno dei presenti protestò alla consumazione di questa soperchieria.
Questo atto coraggioso era destinato a cambiare la storia negli Stati Uniti.
Raccontando questo episodio, sono certo che la stragrande maggioranza di noi, prenderebbe le parti della piccola ragazza di colore, meravigliandosi anche che soltanto 66 anni fa potessero accadere cose del genere.
Nessuno sembra accorgersi, che fatti di questo tipo, si ripetono ancora nel 2022.
Eppure, ad una categoria di persone, cittadini che pagano le tasse, siano giovani o vecchi, gente che ha bisogno di spostarsi per lavoro o per svago, usufruendo di un mezzo pubblico, per il quale ha pagato regolarmente il biglietto, non viene consentito neanche di salirvi.
Si potesse dimostrare loro che chi è salito sul pullman non può trasmettere né Covid, né altra malattia, un motivo ci sarebbe, ma così non è. L’inoculato con tre dosi, si ammala di Covid ed infetta gli altri al pari di un non vaccinato, discriminato come quella ragazza dell’Alabama.
Sono passati 66 anni da allora e si deve amaramente concludere che non si è fatto alcun passo avanti.
La discriminazione come arma di comando
Allora questa è pura volontà di discriminare una categoria di persone, al solo motivo di creare la divisione di un popolo, forse per assoggettarlo con più facilità e per chissà con quali altri fini.
Siccome i non vaccinati, non vogliono imporre le loro ragioni con la violenza, dovrebbero essere i vaccinati a mettere in atto comportamenti di pacifica protesta. Ad esempio, scendere dal pullman, quando si neghi a qualsiasi persona di salirvi. O uscire dal bar e dal ristorante quando si neghi a qualcuno di entrarvi.
Ma questo è chiedere troppo: è voler forzare qualcuno a riflettere sul concetto di diritto e di libertà.
Nella foto: Rosa Parks