Il Linchetto nella tradizione lucchese
Il Linchetto appartiene alla tradizione lucchese ancora di più del buccellato. Generazioni di genitori hanno potuto controllare le esuberanze ed i capricci dei loro bambini con la minaccia di ricorrere all’aiuto di questo spiritello, cercando, però, di non far trasparire quel vago sentimento di paura che loro stessi, nonostante l’età, ancora non erano riusciti a superare.
Residuava in loro la strizza, per un essere che vagava nell’aria, invisibile, e come l’aria era ovunque e si divertiva un mondo a fare scherzi, a volte, di pessimo gusto. Folletto che, Idelfonso Nieri, nel suo Vocabolario Lucchese definisce “Spirito non cattivo ma dispettoso, che va di notte, entra per le camere, scopre le persone, sconvolge, tramuta gli oggetti che ci sono, e sghignazza delle burle che fa”.
Giovanni Giannini, altro grande cultore di tradizioni lucchesi, aggiunge che “… si nasconde nei tini al tempo della vendemmia, arriccia i crini ai cavalli e si prende gusto a bussare la notte alla porta di quelli che dormono…”
Anche Tullio Bianchini, testimonia: “Tu posavi una robba lì sul tavolino e ti voltavi per fa’ un’altra faccenda, quando ti giravi per piglialla un c’era più; cerca, cerca, era andata a fini’ nella cantera della credenza …Quando queste cose succedevano più spesso del solito, veniva chiamato il prete a benedir la casa“.
Ma ne faceva anche di peggio, come quando, a detta di Cesare Viviani, “….mungeva le vacche e succhiava il latte alle pecore“, oppure si sedeva sul petto di donne vecchie che dormivano e se ne restava là fino al punto di far mancare loro il respiro, diventando un vero e proprio incubo.
E sembra proprio che da “incubus” derivi linchetto, o forse, meglio “inchetto” come si dice in Versilia ed in alcune zone della Garfagnana.
E quando ci si voleva sbarazzare di questo incubo, l’unico rimedio era quello, riferito dallo stesso Giannini di “…andare a mangiare in un cantuccio un po’ di pane e un po’ di cacio, facendo, al tempo stesso …. i propri bisogni e pronunziando le sacramentali parole: Alla faccia del Linchetto/ mangio e caco questo pane e questo cacetto“.
Altro metodo per scacciarlo è quello di mettersi sul petto un piatto di miglio: il Linchetto finirà per rovesciarne a terra tutto il contenuto e per non raccattarlo, chicco a chicco, si arrabbierà tanto che se ne andrà da quella casa, forse per sempre.
Il Linchetto era talmente noto che se ne parlava da per tutto, anche se, in alcune parti della Lucchesia, si conosceva con altri nomi: Caribbe, Berlicche, Folletto, Buffardello, e anche Carcavecchia.
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[…] la seguente, scritta da una ragazza e proposta dal solito Idelfonso Nieri in “Cento racconti popolari […]