Il miracolo a New York di Gemma Galgani
Proprio in questi giorni, sulle pagine de La Nazione, lo scrittore Vincenzo Pardini, ha raccontato di una guarigione miracolosa avvenuta a New York, ad opera di una santa di casa nostra.
Lo riassumo. Una ragazza affetta da leucemia, si trovava ricoverata in fin di vita in ospedale e avrebbe dovuto essere dimessa all’indomani, proprio perché i medici avevano perso ogni speranza di poterla guarire. La mattina seguente, quando il fratello andò a prenderla, dovette attendere che un medico effettuasse un ultimo controllo.
Dalla visita, risultò una novità: la ragazza sembrava rispondere alle cure. Fu pertanto trattenuta in ospedale, per diversi giorni, fino ad una sorprendente completa guarigione.
La ragazza raccontò al fratello che la notte prima di essere dimessa dall’ospedale, era entrata in camera sua una infermiera, la quale, dopo averle fatto un prelievo di sangue, le disse: “Non ti preoccupare, starai bene”. La nostra ammalata colpita da quella frase e dalla dolcezza dell’infermiera, le chiese il nome.
-Mi chiamo Gemma – rispose lei.
Di lì a poco, capitò in camera un’altra infermiera, alla quale riferì di quell’incontro, chiedendole se conoscesse Gemma.
La sua risposta fu che nessuna infermiera con tale nome, lavorava in quell’ospedale.
Il fatto miracoloso è stato riferito dal fratello, il quale ha fatto sapere che i suoi familiari, devoti a Santa Gemma, spesso venivano in visita a Lucca, e, in una di quelle occasioni, di ritorno, avevano regalato alla ragazza, una sua reliquia.
Riferisco il fatto perché domani ricorre l’anniversario della nascita di Gemma Galgani che dopo Zita, è la santa lucchese più conosciuta ed amata.
Nata a Borgonuovo, il 12 marzo 1878, fu battezzata con il nome di Gemma, Umberta, Maria ed era la quinta di otto figli di Enrico, farmacista, e di Aurelia Landi.
La bambina che diventerà santa, si tratteneva per lunghi periodi nella casa dei nonni, a Porcari, che distava dalla sua, poche centinaia di metri, come ricorda lo storico mons. Giovanni Barsotti, amico e coetaneo. Il nonno Carlo, medico, fu per lei il primo insegnante e precettore: Gemma lo ricorderà con grande commozione.
Visse 25 anni, funestati da traversie economiche, da malattie, e da lutti familiari che iniziarono ancor prima che lei nascesse.
Nel 1875, era morto infatti Carletto, suo fratello, il primo figlio di Enrico. Quando la bambina aveva tre anni, morì sua nonna paterna; all’età di sette anni morì sua madre; all’età di dieci anni, nonno Carlo al quale Gemma era particolarmente affezionata.
Qualche anno più tardi morì il più amato dei suoi fratelli: Gino.
La famiglia intanto, si era trasferita a Lucca, dove lei iniziò a frequentare l’istituto delle Suore Oblate, e lo fece fino al giorno in cui a causa del fallimento del padre, la famiglia precipitò nella più profonda miseria. Dovettero lasciare la casa per trasferirsi in un fatiscente appartamento di Via del Biscione (oggi Via Santa Gemma Galgani). Fu qui che Gemma ricevette le stimmate.
Negli ultimi quattro anni della sua vita, fu ospitata dalla facoltosa famiglia Giannini, in via del Seminario a Lucca, ma negli ultimi giorni fu trasferita in via della Rosa, perché essendo affetta da tubercolosi, se ne temeva il contagio.
Morì a Lucca l’undici aprile 1903 a soli 25 anni.
Beatificata nel 1933 da Papa Pio XI, fu canonizzata da Papa Pio XII nel 1940.
Nella foto: santa Gemma Galgani.
4 Commenti. Nuovo commento
Grazie 🙏
Grazie a te.
Ho conosciuto padre Mariano passionista e custode del casale di e fu uccisa santa Marta Goretti. Per una serie di coincidenze, morto padre Mariano nel 2007 (ora in via di beatificazione) mi ritrovai nella chiesa di Santa Gemma a Roma in piazza Monte Gennaro. Il parroco mi disse che era l’unica donna passionista al mondo. Avevo un tumore alle corde vocali. Sono rimasto colpito dai suoi occhi nella grande foto in chiesa. In attesa di essere operato mi sedevo accanto alla grande foto e le parlavo. Non sono credente ma nemmeno ateo. Ho subito 16 ore d’intervento. Dopo 5 anni sono ancora vivo. E la foto di Gemma ey sempre con me. Sul cellulare in casa in una stupenda riproduzione della foto. Aspetto che mi dia un segno…aspetto sempre ma fino ad oggi nulla. Ho solo il suo volto stupendo che ogni sera prima di addormentarmi sembra guardarmi…ha sofferto molto…troppo. non so perché ma la sento vicina. Come io le sono vicino.
Interessantissima testimonianza. Grazie per questo apporto.