Il Pane di S. Agostino meglio della Tachipirina
Neanche tanto tempo fa, per ogni malattia c’era un apposito santo, specialista, che la curava. Per le pandemie, ci si rivolgeva a San Rocco, per le affezioni agli occhi, a Santa Lucia, per l’epilessia a San Vito, per le bruciature a San Lorenzo, per l’herpes zoster a Sant’Antonio. Per il mal di testa, i lucchesi accorrevano il 3 giugno, nella chiesa di San Michele per indossare la berretta di San Davino ed il 10 settembre, come oggi, andavano in quella di Sant’Agostino, dove veniva esposta una reliquia del santo e distribuito il pane benedetto, efficace contro le febbri.
La visita in questo giorno a sant’Agostino, dottore della Chiesa, comportava l’indulgenza plenaria ed anche per questo, ogni anno si aveva a che fare con un importante sovraffollamento.
Insomma la chiesa rappresentava una sorta di Pronto Soccorso, aperto proprio a tutti, anche a chi era sprovvisto di green pass. Altri tempi, allora!
Anche se oggi, non si può sperare nell’indulgenza plenaria e neanche nel pane benedetto che guarisce dalle febbri, la chiesa di Sant’Agostino merita comunque una visita.
Non fosse altro per la Madonna del Sasso e per vedere la botola che condusse all’Inferno quell’empio che aveva osato scagliare una pietra contro la Vergine. Se non ricordate questa storia, vi invito a leggerla. La troverete sul mio blog, pubblicata in data 15 marzo scorso. Non soltanto il miracolo vi rimarrà in mente ma anche la triste storia di quel canino che fu calato con una corda attraverso la botola per raggiungere le fiamme dell’Inferno. Non aveva colpe di sorta ma ben sappiamo che scienza e conoscenza comportano sempre di mietere vittime innocenti.
Visitando questa bella chiesa, avrete la possibilità di raccogliervi per qualche minuto davanti alla tomba della beata Elena Guerra, colei che nel 1866 fondò l’Ordine di Santa Zita, in onore della Patrona di Lucca, che lei tanto ammirava.