Il pugno duro del “Ducetto”
Ieri, in Italia, ne sono morti 24 e ieri l’altro 14: si tratta per lo più di anziani, con gravi patologie. Si dice che siano trapassati per Covid. Ogni giorno ne muoiono di più per singhiozzo: gente giovane e sana come un pesce.
Ne sono tutti a conoscenza, anche il “Ducetto” Draghi, il quale, affinché il Paese sappia con chi ha a che fare, continua ad esigere la carta verde a chi pretende di andare a lavorare. Non ci sarebbero motivi di imporre sì gravi misure contro una cosiddetta epidemia, che non esiste più e, forse, non è mai esistita.
Io la giudico una sorta di prova generale, per capire fino a qual punto si possano schiavizzare gli italiani, senza provocare un gesto di ribellione. Oggi i portuali di Trieste, questo gesto, lo hanno provato a fare, astenendosi dal lavoro, e subito il governo ha risposto con lacrimogeni ed idranti. Sono manifestanti inermi, con le mani alzate, senza alcuna intenzione di offendere, ma soltanto con quella di voler far valere i propri diritti come sanciti dalla nostra Costituzione.
I sindacati impegnati a baciare la pantofola al “Ducetto”, oggi non hanno tempo di pensare agli operai e lasciano che una parte di essi sia discriminata, allontanata dal lavoro, soltanto perché ha scelto, nel rispetto della normativa europea, di non farsi iniettare questo liquido che ha forse lo scopo di procrastinare, ma non certo quello di bloccare il diffondersi dell’epidemia.
Non sono soltanto i sindacati a genuflettersi per baciare la pantofola al “Ducetto”, ma a farlo è stato comandato anche il Presidente della Repubblica e perfino, il Papa. Addirittura nella TV di regime sono passate immagini del recente Premio Nobel Parisi, in fase di inoculamento del siero, il quale con aria trionfale indicava con la manina libera il numero “tre”, come dire “sono a tre vaccinazioni e sono sempre qua”. Speriamo che ci sia ancora per la quarta, per la quinta, per la sesta…
Di fronte a questo scialo di personalità pro-vaccino, come può far un povero anonimo italiano a resistere al richiamo, al fascino e al dovere (come ci si vuol far credere), della vaccinazione? Lo deve fare: deve rinunciare alla sua libertà ed ai suoi diritti per compiacere il “Ducetto” e tutti i suoi compari.
E pensare, che i nostri antenati hanno lottato, dando il loro sangue per conquistare questi diritti che oggi noi vendiamo in cambio di un “lasciapassare” che ci scheda e ci sottomette.
I nostri antenati lucchesi, se la compravano la libertà, non guardando a spese e noi invece oggi la scambiamo per un piatto di lenticchie come fece Esaù con la propria primogenitura!
Portuali di Trieste (foto tratta da Il Corriere della Sera)
4 Commenti. Nuovo commento
Condivido al cento per cento la tua disamina.
Sono indignato ma non arreso.
I nostri antenati hanno lottato e versato il loro sangue perché avevano sani ideali. Ma quali sono gli ideali che abbiamo trsmesso ai nostri giovani? Panem et circenses è la risposta
D’accordo con te! Noi abbiamo deciso di andare via da questa Italia che ci ha lacerato il cuore. Io, una vita di studio e lavoro sociale senza arrivare a niente e mio marito che lavora da quando ha 16 anni è ora sospeso senza stipendio solo per non volersi piegare a questa dittatura e perché si astiene “addirittura” dal voler fare il tampone (3 volte alla settimana a pagamento, soldi che vanno a chi?! ) ! Non possiamo pensare che i nostri 3 figli possano vivere ora e in futuro in una cultura malata come questa! Ma voglio vedere il lato positivo… Ora che non abbiamo più niente da perdere probabilmente potremo trovare realtà migliori, più ricche culturalmente e umanamente! Dove non doverci sentire inadeguati e delinquenti solamente perché la pensiamo diversamente!
Purtroppo questa nostra classe politica ci porta a non sperare nel futuro. A governare, sono gli stessi da anni ed anni ed io non mi capacito come si possano votare di nuovo sapendo che hanno fatto soltanto i loro interessi nei vent’anni che sono rimasti a riscaldare le sedie in Parlamento. Per questo motivo, da tempo immemorabile, voto per chi non conosco, continuando a sperare, ma mi accorgo che una volta varcata quella soglia, ognuno dei nuovi eletti, subisce una trasformazione irreversibile, da non riconoscerlo più. Ed allora, la gente4 sfiduciata diserta le urne ed i politici, osano chiedersi il perché, dimostrando una intelligenza prossima a quella delle galline.