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In visita all’Eremo di Calomini

Posted on 4 Agosto 2021
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In visita all'Eremo di Calomini

In visita all’Eremo di Calomini

Nella prima metà del secolo XIX, Emanuele Repetti nel suo “Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana”, scriveva che nei pressi dell’Eremo di Valbona, poi Romitorio della Penna, ed oggi, conosciuto come “Eremo di Calomini”, per buona parte del mese di agosto, si svolgeva “una fiera di grande affluenza”.

Aggiungeva il poliedrico studioso che l’Eremo dedicato a S. Maria ad Martyres, esisteva già nel XIII secolo.

La leggenda

Narra la leggenda che una ragazzina del luogo, pascolando le sue pecore, si imbatté in una immagine della Madonna. Alcuni pastori, raccolta la sacra reliquia, pensarono bene di trasferirla nella vicina chiesa di Gallicano e qui la collocarono; ma, all’indomani mattina la statua fu miracolosamente ritrovata a Calomini, nel punto in cui era apparsa alla pastorella.

Proprio in quel punto, quasi a rimarcare il miracolo, sgorgò uno zampillo di acqua purissima che anche oggi disseta i  visitatori dell’Eremo.

Così quei pastori, ritenendo di dover assecondare il desiderio della Madonna, iniziarono a costruire la chiesa del Romitorio, in massima parte scavata nella roccia viva. Nella chiesetta collocarono quella statua in legno di salice, che vediamo ancora oggi, venerata e conosciuta come Madonna della Penna. La storia del suo ritrovamento ed i numerosi miracoli che le furono attribuiti, richiamarono ben presto folle di devoti che in particolare nei mesi di maggio  e settembre, si recavano all’Eremo in preghiera.

Una caduta miracolosa

Altro miracolo che ancora oggi si ricorda è quello che riguarda la donna precipitata dal paese di Calomini che sovrasta l’Eremo. Durante la caduta per la  scoscesa parete del monte, invocò la Madonna della Penna, la quale, impietosita, le permise di toccare terra senza riportare alcun danno.

Oggi, nonostante che non si facciano feste o manifestazioni particolari, l’Eremo è ancora mèta di pellegrini, e non soltanto lucchesi. Alcuni di essi, di certo, vengono per visitare il  suggestivo complesso architettonico, che  appare quasi appiccicato ad una verticale parete montana; o la chiesa seicentesca con i suoi pregevoli dipinti. Anche le celle degli eremiti, scavate completamente nella roccia, sono oggetto di curiosità e visite.

Alcuni pellegrini si recano all’Eremo a piedi scalzi, soprattutto per ammirare la miracolosa effige della Beata Vergine della Penna ed  implorarne la protezione, ricevendo anche l’indulgenza plenaria concessa da Papa Pio VII e valida in perpetuo, come si legge nella lunetta all’ingresso del Santuario.

La visita potrebbe terminare con una gustosa sosta all’Antica Trattoria dell’Eremita, che si trova a pochi passi dal Santuario. Vi si mangia bene a prezzi miti, di fronte ad un paesaggio che già di per sé meriterebbe di pagare il biglietto. L’Antica Trattoria non conosce giorni di chiusura.

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Sono un “commercialista – pentito” per aver esercitato per molti anni quella professione che, tuttavia non è riuscita a distogliermi da quello che più amavo: il teatro, la storia locale, le tradizioni, il culto per il dialetto, la narrativa.

La passione per la letteratura in genere, mi ha portato a ritagliarmi spazi per coltivarla e, a giudicare da quello che pensa la gente delle mie opere, si può concludere che questi spazi sono stati assai importanti per me.

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