Informazion e
La cura ad ammicchi
No all’obbligo vaccinale, no al green pass. Il vaccino non difende. Non soltanto: sta provocando seri danni collaterali.
Lo hanno capito tutti, ma Speranza e Draghi, che danno segni inequivocabili di avere grossi problemi di comprensione insistono nella loro chiusura. Non ascoltano più neanche quei sedicenti scienziati, che sguinzagliavano ad ogni ora del giorno sulle TV di regime per diffondere il “verbo”, i quali devono ammettere che il Covid di adesso, è quello che un tempo veniva chiamata influenza stagionale. E se il Covid non esiste più, perché pretendere di sospendere dall’attività ospedaliera quei medici ed infermieri, che a seguito dell’esperienza passata, non vogliono vaccinarsi?
Speranza e Draghi, in assenza del parlamento, vogliono dimostrare chi comanda. Vogliono punire la disobbedienza privando dello stipendio tanti professionisti per creare forti disagi economici alle loro famiglie.
Non soltanto: li sostituiscono con medici e infermieri ucraini, i quali non sanno una parola di italiano; il loro diploma di laurea non è riconosciuto nel nostro Paese; si dovrà fare un atto di fede sulle loro assicurazioni di aver ricevuto tre dosi di siero.
Ma Draghi e Speranza hanno già derogato, con tanto di leggi, su questi insignificanti dettagli: in fondo, è proprio necessaria una laurea riconosciuta per svolgere la professione medica? E’ proprio necessario un tirocinio ospedaliero a cui segue l’esame di Stato per l’abilitazione? Serve conoscere la lingua del paziente per curarlo? Ma chi lo dice! Forse i medici veterinari conferiscono a parole con i loro animali? Eppure riescono a curarli e anche a guarirli!
Il paziente ammiccherà il punto dolente e l’ucraino capirà subito di cosa si tratti e ordinerà il medicinale opportuno. Si, ma quale? Scriverà il farmaco in ucraino, non conoscendo quelli italiani, che il paziente potrà reperire, con qualche difficoltà, presso le farmacia di Kiev.
Draghi e Speranza sono forse consapevoli di creare qualche difficoltà ai malati, ma i medici italiani disobbedienti vanno puniti e poco importa se il diritto alla salute sarà soltanto un ricordo per la nostra gente. D’altra parte questo grande popolo ha dato prova di sopportare con rassegnazione qualsiasi sopruso e riuscirà certamente a sopportare anche questo ulteriore disagio. In fondo, poi, non ci sono soltanto i medici ucraini: ci sono anche i veterinari e questi parlano la nostra lingua.
La “Deroga alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per medici ucraini”, contenuta nel decreto legge “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”, ha suscitato soltanto qualche malumore tra i medici italiani. Non c’è stata invece nessuna reazione da parte dell’Ordine dei medici, dei sindacati, del parlamento italiano, né del Presidente della Repubblica.
Io chiedo soltanto di svegliarmi da questo brutto sogno.
Nella foto: il duomo di Kiev.