La donna ha un’anima, come quella dell’uomo?
Tratto questo argomento perché la provocatoria domanda fu posta a seguito di un interrogativo che un illustre cittadino lucchese, pose in una seduta dell’Accademia dei Ricoverati di Padova. Qualcuno, approfittando di un facile gioco di parole dirà: “Chi si pone una domanda del genere, se non era un Ricoverato, sicuramente avrebbe dovuto esserlo”.
A parte la battuta, l’argomento fu ampiamente discusso, tanto che ne furono scritti libri.
Procediamo con ordine. Correva l’anno 1723, a Padova. L’illustre nostro concittadino era il medico scienziato Antonio Vallisneri, che all’Università di Padova insegnava Medicina teorica, ricevendo nel 1722 il Diploma di “Professore Primario dell’Arciliceo di Padova e Medico dell’Imperatore Carlo VI”. Del Vallisneri, ne ho scritto diffusamente in un mio articolo datato 18.1.21 al quale rimando.
Fu proprio lui a proporre la tesi: “Se le donne si debbono ammettere allo studio delle scienze e delle arti nobili”. Chissà che non pensasse a sua moglie, tale Laura Mattacodi, che sposò quando lei aveva appena 15 anni? Certo se le donne fossero state perseguitate dalla stessa sorte, non avrebbero avuto modo non solo di frequentare alcuna università, ma neanche avere il tempo per pensare alle scienze o alle arti nobili, in genere. La poveretta, infatti, fu costretta a partorire ben 18 figli!
Il prof. Guglielmo Camposampiero, disse di sì e cioè che erano ammissibili alla frequenza di tali facoltà, motivando la sua affermazione; mentre il prof. Gio. Antonio Volpi, insegnante di filosofia, rispose in un suo scritto, che per le donne gli studi letterari erano del tutto inutili, perché intellettualmente inferiori agli uomini.
Questa affermazione scatenò la bagarre, spingendo altri pensatori a domandarsi, addirittura, se la donna fosse o no, dotata di anima. Si andò a rispolverare vecchi tomi, quali il libro del XVI secolo di Ortensio Lando dal titolo: “Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere”, nel quale si farneticava: “Non essere da dolersi che la moglie si muoia, et troppo stoltamente fa chiunque la piagne”.
E anche si scomodò, dello stesso periodo, Baldassarre Castiglione, che nel Cortegiano, faceva dire a Gaspar che “…quando nasce una donna è difetto o errore della natura …”. E, non pago, prosegue che sarebbe errore manifesto “estimarle da più di quello che elle si sieno”. Tuttavia, giudica anche ingiusto disprezzarle, perchè i difetti delle donne, più che fatto loro, sono “colpa di natura che l’ha produtte tali”. Insomma una sorta di difetto di fabbrica, nell’opinione di questo cavaliere che, evidentemente, se fosse dipeso da lui, avrebbe fatto nascere tutti maschi.
Nel tempo, l’opinione sulle donne, si è andata modificando, nel concetto degli uomini, a loro vantaggio naturalmente, ma non tanto quanto esse avrebbero meritato.
Basti pensare che recentemente, sono stati gli uomini ad introdurre le cosiddette “quote rosa” e cioè, imporre per legge, che in una elezione politica, una percentuale dei seggi fosse riservata, esclusivamente al sesso femminile.
Personalmente non avrei mai votato una legge del genere, perché ho troppo rispetto per le donne e per le loro capacità.
Dunque, ancora oggi, esse, sono in attesa di una vera e propria parità.
Ritratto di Antonio Vallisneri