La guerra è davvero necessaria?
Da ragazzino, ho avuto il privilegio di frequentare una persona a cui piaceva immensamente la storia. A lui devo l’amore che da allora, anch’io, nutro per essa.
Ogni tanto mi torna in mente ciò che, un giorno, egli mi disse: “ogni guerra che c’è stata, non aveva alternative” e cioè era necessaria, imprescindibile.
Presi per buona quell’affermazione e non replicai. Tornando però a rifletterci, nel tempo, ho dovuto concludere di non essere assolutamente d’accordo.
Forse con la guerra si stabilisce che il vincitore, fra i due o più contendenti, aveva ragione? O non è, invece più realistico ammettere, che a vincerla è sempre il più forte? E se il più forte pensa di non averla, spesso se la prende con la forza.
E’ la legge della jungla, che, nonostante le centinaia di migliaia di anni trascorsi, da che mondo è mondo, non è mai cambiata.
Lo scopo della guerra non è quello di stabilire chi ha ragione o torto
Se la guerra, dunque, non serve a stabilire chi fra i contendenti ha ragione o torto, perché si continua a farla? Evidentemente perché quello non è il suo scopo. Intendo dire che quei farabutti di governanti che la combattono, vogliono impressionare, stupire il mondo! Pensano che la guerra sia qualificante e non squalificante. Nella loro follia, vaneggiano imperi, potere. Sognano acclamazioni, glorificazioni, ovazioni.
Sembra che non rientri nei loro cervellini, grandi come testicoli di gallo, che la guerra è distruzione, è dolore, orrore, pianto, bambini abbandonati, devastazione di focolari. Loro stanno nella sala dei bottoni e non ne saranno toccati.
Tocca combatterla a chi la guerra non la vuole e a rischiare la vita, che è una sola e non può essere ricostruita, come i tanti palazzi che crollano.
Per i padroni della guerra, quegli uomini mandati al macello sono numeri, merce di scambio. Disse Benito Mussolini a Pietro Badoglio, dopo le prime vittorie hitleriane: “Mi bastano poche migliaia di morti per poter prendere posto alla conferenza di pace come un uomo che ha combattuto”.
Poche migliaia di morti!
Più intelligente giocarsi una partita a scopa!
Se la guerra non serve a stabilire chi ha ragione o torto, tanto vale giocarsi una partita a scopa. Sarebbe molto, molto più razionale. E perché non deferire le eventuali vertenze ad un ente sovrannazionale, precostituito per giudicare e rimettersi alle sue decisioni?
A proposito della guerra tra Palestinesi ed Israeliani, ha detto Papa Francesco, che è il “fallimento della politica”.
La politica la fanno i politici che sono uomini, i quali hanno un nome ed un cognome. Bisognerebbe annotarli quei nomi ed escluderli per sempre dai governi di tutto il mondo.
Nella foto: un momento della guerra israelo-palestinese