La più bella di Lucca
Difficile trovare un lucchese che non conosca la storia di Lucida Mansi. La riepilogo brevemente per quell’unico lucchese che non la conosce e per coloro, piovuti in città che non ne hanno mai sentito parlare.
Lucida Saminiati nacque a Lucca il 7 marzo 1606 da Vittorio e da Laura Marchiò. Intorno ai tredici anni sbocciò come una rosa e tutti, giovani e vecchi, di entrambi i sessi, ne furono affascinati. Si può capire che una ragazza sentendosi così ammirata ed amata, diventasse un pochino narcisista. Le piaceva guardarsi allo specchio fin da ragazzina, le piaceva indossare bei vestiti, collane, gioielli, e così adornata, presentarsi ai balli, ai convivi, dove faceva strage di cuori. Marito, avrebbe potuto trovarlo fin dalla sua prima uscita, ma era suo padre a metterle i freni: marito sì, ma a tempo e luogo. Avrebbe dovuto essere ricco e di famiglia patrizia: del tutto irrilevante che fosse giovane e piacente.
Poté finalmente sposarsi a venti anni con Vincenzo Diversi, nella chiesa di Santa Maria Bianca di Piazza della Colonna Mozza. Sottratta all’autorità paterna la nostra Lucida raddoppiò le cure del suo corpo e da bellissima che era, divenne stupenda agli occhi di tutti. Tappezzò le stanze di specchi e perfino ne teneva uno, piccolo, nel libro delle orazioni.
Il marito fu ucciso con un colpo d’archibugio, in Via Fontana, nel luglio 1628, da Giovanni Massoni, per futili motivi.
Vedova dopo appena due anni di matrimonio, restò senza Vincenzo Diversi, ma ebbe ugualmente “diversi” uomini, per dar modo a tante pettegole lucchesi di esercitare la lingua. Arrivarono perfino a dire, che Lucida, come una mantide religiosa, dopo l’amplesso uccidesse i suoi amanti gettandoli in un profondo pozzo nel suo castello di Catureglio.
Dissero anche, che la bellezza di Lucida non dava segni di cedimento unicamente perché aveva venduto la sua anima al Diavolo, in cambio di una giovinezza che avrebbe dovuto durare trent’anni.
Queste linguacce non smisero di parlare male di lei neanche quando, convolò a seconde giuste nozze con Gaspare Mansi, un signore poco più che trentenne, appartenente ad antica famiglia patrizia lucchese.
Si sposarono in gran pompa nella chiesa di San Pietro Somaldi.
Forse il Diavolo non rispettò i suoi impegni perché Lucida morì il 12 febbraio 1649 all’età di appena 43 anni, sembra a causa di una epidemia, scoppiata inopinatamente dopo la grande peste del 1630.
Non si placarono neanche allora le malelingue che vollero descrivere il disfacimento di quel corpo che aveva fatto tanto sognare. Dissero anche che si era visto sulle Mura un carro incendiato sul quale Lucida si dibatteva, gridando aiuto. Nessuno però ebbe pietà di lei.
Fu sepolta nella chiesa dei Cappuccini, che sorgeva vicina a Campo Mondone o Piaggia Romana, oggi Orto Botanico, dove si tumulavano i morti per epidemie.
Le malelingue avrebbero forse voluto che anche il figlio ripudiasse in qualche modo quella mamma così spregiudicata ed assetata di sesso, ma non ebbero quella soddisfazione. Il figlio Giovanni Vincenzo Diversi avuto dal primo matrimonio, volle dare alla sua prima figlia il nome della nonna: Lucida. Morta questa bambina, chiamò Lucida la seconda figlia. Morta anche quest’ultima chiamò Lucida, la terza.