La ragazza ideale nel Medioevo
Ieri abbiamo ricordato il consiglio che neanche 100 anni fa, i vecchi davano ai giovani nello scegliere, la donna da sposare. Il primo dei quali era appunto quello di operare la scelta fra le più prossime vicine di casa. Poi seguivano altre caratteristiche di secondaria importanza che riguardavano l’aspetto esteriore.
In Lucchesia, era considerata bella la ragazza alta, bianca e rossa, larga di spalle, stretta in vita, occhi neri, trecce bionde, di bella andatura.
Nel tempo, c’è sempre stato qualcuno abbastanza presuntuoso per suggerire come scegliere una moglie per non avere problemi di convivenza.
Ad esempio, nel Medioevo, c’è stato Francesco da Barberino, coetaneo di Dante Alighieri, a scrivere addirittura un trattato sull’argomento, dal titolo “Il Reggimento delle donne”.
L’Autore consigliava le donne di occuparsi esclusivamente dei lavori domestici, come cucire, cucinare, filare, scopare la casa. Nel modo più assoluto dovevano evitare di imparare a leggere e a scrivere. Soltanto alle monache poteva essere consentito farlo, al solo scopo di interpretare i libri di devozione, ma se non fosse per quello, glielo avrebbe proibito anche a loro.
La lettura di libri romantici, avrebbe sicuramente sviato le giovani mogli dalle cure che avrebbero dovuto prendersi delle faccende domestiche.
Caste e ignoranti
Così cariche di ignoranza totale, dovevano starsene recluse in casa, non affacciarsi alla finestra, né rispondere al saluto di chicchessia. Men che meno parlare in presenza di uomini, o ballare, o cantare. Non guardarsi allo specchio e procedere a piccoli passi, dovendo camminare. Quindi dovevano essere sorde, cieche, leggermente handicappate e devote alla Madonna.
Questo era il comportamento ideale da tenere da parte delle ragazze e massimamente da quelle di alto lignaggio.
Aspettare, senza trepidazione lo sposo, anche avvicinandosi quell’età, nella quale si dispera di poterlo trovare, perché “la protratta verginità non deve sconfortarla, preferendo gli uomini assennati, il frutto maturo all’acerbo”.
In sostanza doveva farsi schiava, prima ancora di ufficializzare questa sua posizione. Se poi il marito le fosse imposto da altri, o non lo dovesse amare, avrebbe dovuto far buon viso a cattiva sorte, rassegnarsi, amarlo con tutto il suo cuore, avendo ormai abdicato alla propria dignità.
Sedendosi accanto a lui, avrebbe dovuto farlo nella consapevolezza di essergli inferiore.
Essere castissima e moderata in tutto. Addirittura le veniva suggerito di mangiare qualcosina in camera prima di sedersi a pranzo, per mettere in evidenza di sapersi controllare anche con il cibo.
Soltanto così la ragazza ideale del Medioevo poteva apparire un “angelo”.
2 Commenti. Nuovo commento
Per quei tempi era comprensibile. Ci sono voluti secoli e secoli per arrivare alla donna di oggi e non è stato facile né indolore perché di Francesco da Barberino ce ne sono stati tanti e ci sarebbero ancora se gli fosse permesso di parlare….
E’ proprio così. Bisogna dire anche che ci sono tante donne che hanno interpretato in maniera sbagliata quello è considerata conquista della parità con l’altro sesso. Qualcuna si è fermata alle parole, sostenendo che assessore, devesi chiamare assessora quando è donna, “presidenta” ecc. ecc., commettendo così un crimine nei confronti della lingua italiana. Grazie per il tuo interesse.