+39 349 0691197
invia un messaggio
IL BLOG DI GIAMPIERO
  • I MIEI BLOG
  • LE MIE OPERE
    • I LIBRI
    • I TESTI TEATRALI
  • OPERE ALTRI AUTORI
  • QUALCOSA DI ME
  • LO SCRITTORE
  • LINK UTILI
  • SHOP
Prodotto è stato aggiunto al tuo carrello.

Le merende nel giorno del “Pellegrino”

Posted on 5 Aprile 2021
4 Commenti
Le merende nel giorno del Pellegrino

Le merende nel giorno del “Pellegrino”

Quello che gli altri chiamano “Pasquetta”, o “Lunedì dell’Angelo”, per noi lucchesi è il giorno del “Pellegrino”. C’è chi dice che sia stato attribuito tale appellativo a questo particolare lunedì, perché ai tempi delle Crociate, nel giorno dopo Pasqua, i pellegrini-guerrieri partivano per la Terra Santa.

Andavano a seminare morte e distruzione allo scopo di imporre la propria fede ed il proprio dio agli “infedeli”. Il punto d’incontro era la loggia del duomo di San Martino a Lucca, da dove, una volta attruppati, muovevano il passo.

Per altri invece, l’appellativo “pellegrino”, avrebbe un’origine ancora più remota, e risalirebbe all’alto medioevo, quando ancora si parlava un latino di seconda mano. Deriverebbe da “ire per agros”, e cioè “andare attraverso i campi.

Se ben ci pensiamo questa derivazione è quella che più si avvicina a quanto, qui da noi, si usava fare, fino a qualche anno fa, nel giorno dopo Pasqua: uscire fuori casa, dove lasciare i pensieri, e andarsene per i campi.

In ogni paese c’era una zona ben definita da raggiungere, dove incontrare gli amici per consumare  una merenda, all’aria aperta.

Le mète dei Lucchesi  

I Lucchesi-dentro raggiungevano i prati lungo fiume, che a quei giorni erano coperti di margherite. I Porcaresi salivano sulla Torretta per poi inoltrarsi nel bosco e guadagnare la sua ombra protettiva ed i suoi profumi.

A Bagni di Lucca, il lunedì dopo Pasqua era conosciuto come il giorno della ‘merendella’, mentre a Partigliano era quello del ‘merendino’. Possono cambiare gli appellativi ed i nomi delle località dove si trascorrerlo, ma per tutti i lucchesi quello è il giorno della gitarella spensierata fuori porta.

Il ruzzolino e la pisalanca

I ragazzi giocavano ‘a ruzzolino’ con le uova sode. Vinceva chi riusciva a lanciarle più lontano senza romperle o arrivare per primo al traguardo, con il cucchiaio in bocca, contenente un uovo.

I Viareggini raggiungevano le pinete  per celebrare la festa della ‘pisalanca’. La pisalanca, in gergo versiliese è l’altalena. Un tempo, in quel giorno, le pinete si riempivano di bambini accompagnati dai loro genitori, i quali muniti di due solide corde le passavano sui rami più robusti. In basso, le collegavano ad una asticella-sedile dove il bambino prendeva posto per farsi dondolare. Anche i genitori approfittavano di quella opportunità per riprovare l’ebbrezza del volo e rivivere i momenti più spensierati della fanciullezza.

Anticamente con il termine “altalena” si intendeva un altro gioco descritto nei Fioretti di San Francesco. Si legge:

“Andando una volta Frate Ginepro a Roma, dove la fama della sua santità era già divulgata, molti Romani per grande divozione gli andarono incontro … Erano ivi due fanciulli, che facevano all’altalena, cioè che aveano attraversato un legno sopra un altro legno, e ciascheduno stava dal suo capo, e andavano  in su e in giù. Va Frate Ginepro, e rimuove uno di questi fanciulli dal legno, e montavi suso e comincia ad altalenare. Intanto giugne la gente, e maravigliavansi dell’altalenare di Frate Ginepro: nondimeno con grande divozione lo salutarono, e aspettavano che fornisse il giuoco dell’altalena, per accompagnarlo poi onorevolmente insino al convento”.

Post Views: 721

4 Commenti. Nuovo commento

  • Gian Piero Pacini
    8 Aprile 2021 15:28

    Una delle mete era “Lo Zoppino”, quella zona collinare sopra Pontetetto.

    Rispondi
    • Giampiero Della Nina
      8 Aprile 2021 18:56

      Vero. La ringrazio per la precisazione

      Rispondi
  • Ester Giannasi
    19 Aprile 2021 10:11

    io abitavo a due passi da Lo Zoppino, nel parco di Villa Rossi, e me lo ricordo benissimo grazie

    Rispondi
    • Giampiero Della Nina
      19 Aprile 2021 10:49

      Sono io a ringraziare te per la precisazione.

      Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere

i blog più letti

Il processo alla moglie di Puccini

4 Marzo 2021

Un microchip per completare la schiavitù

29 Dicembre 2021

Elvira Puccini ricorda il passato

9 Luglio 2021

C’è un Caffè a Lucca …

14 Dicembre 2020

Giovanni Pacini compositore e amante

17 Febbraio 2021

Chet Baker, il trombettista adottato da Lucca

26 Marzo 2021

Perché mia moglie ed io non ci vacciniamo

12 Giugno 2021

Arrivavano gli zampognari, ed era Natale

6 Dicembre 2020

Giulia Manfredi la fanciulla del Lago

6 Marzo 2021

Pisani e Lucchesi uniti dal Foro di San Giuliano

12 Dicembre 2020

dice di sé

Sono un “commercialista – pentito” per aver esercitato per molti anni quella professione che, tuttavia non è riuscita a distogliermi da quello che più amavo: il teatro, la storia locale, le tradizioni, il culto per il dialetto, la narrativa.

La passione per la letteratura in genere, mi ha portato a ritagliarmi spazi per coltivarla e, a giudicare da quello che pensa la gente delle mie opere, si può concludere che questi spazi sono stati assai importanti per me.

i blog più recenti

Presto potremo bere una gallina intera.

15 Novembre 2022

Reagire alle ingiustizie!

12 Novembre 2022

Si contestano i medici che curano gratuitamente i danni da vaccino

11 Novembre 2022

QUANTA IPOCRISIA

7 Novembre 2022

come trovarlo

giampierodn@gmail.com
(+39) 349 0691197
Via della Quercia 12, 55016 PORCARI (Lucca)
Facebook
LinkedIn
Twitter

© 2020 Giampiero Della Nina

  • privacy & cookie policy
  • contatti
Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Se continui ad utilizzare questo sito, lo accetti. privacy & cookie policy GDPR