Paolo Celli il lucchese che ha conquistato le stelle
Il libro “Paolo Celli, istrione e chef delle stelle”, uscito nell’agosto scorso, non è mai stato presentato al pubblico, a causa del Covid 19. Con ogni probabilità la presentazione ufficiale, presente Paolo Celli, si farà a Montecarlo nella prossima primavera. Il libro si trova comunque in libreria e su Amazon e chi l’ha letto l’ha trovato oltremodo interessante. Nel frattempo, sul quotidiano La Nazione, in data 13 febbraio 2021, è apparsa la seguente intervista, a firma “Laura Sartini”, che qui riproduco interamente.
Giampiero Della Nina, perché questa biografia dedicata a “Paolo Celli istrione e chef delle stelle”?
-Sono rimasto affascinato da questo personaggio, con cui sono in costante contatto diretto, e dalla sua vita. Aveva poco più di dodici anni quando partì da Montecarlo, alla volta di Torino, dove era stato assunto come lavapiatti. A scuola non riusciva a mandar a mente la data di nascita di Cavour o di Mazzini, ma in cucina, ricordava a memoria le ricette, con ingredienti e tempi di cottura; sapeva riconoscere tutti gli “erbi” che la collina offriva, per farne sfiziose insalate o per profumare i piatti più poveri della tradizione lucchese.
Perchè lasciò Montecarlo?
-Voleva diventare qualcuno, per fargliela vedere al suo maestro che in cinque anni non gli aveva mai detto “bravo”, o dato un voto più alto del sei; e a quelle sciocche ragazzine della sua scuola che avevano occhi soltanto per Fausto, il primo della classe.
La rinvincita c’è stata e non solo in cucina giusto?
-C’è stata, eccome! Basti dire che in campo cinematografico, ha interpretato ruoli, più o meno di spicco, in oltre 60 film; e, come cuoco, ha ottenuto i massimi riconoscimenti: è stato campione del mondo ad Hong Kong ed ha soddisfatto i palati di centinaia delle più affermate stars di Hollywood.
Dice di non aver mai dimenticato di mettere in tavola il vino di Montecarlo e di parlare della sua Lucca. C’è un segreto svelato in questa biografia?
–Nel mio libro, Paolo dice la verità sul flirt che gli fu attribuito con Brigitte Bardot; ricorda di quando usciva per Roma, vestito da prete con Liz Taylor; delle trovate di Richard Burton per sottrarsi al regime alimentare imposto dalla moglie. Racconta delle confidenze ricevute da Maria Callas; delle sue sortite per i nights con Aristotele Onassis; della gelosia di Alain Delon. Di quando Marlon Brando gli chiedeva di sostituirlo nell’uscire con qualcuna delle sue ammiratrici.
E poi?
-Racconta delle sue sfide canore con Lucio Dalla e di quelle culinarie con Al Pacino che pretendeva di saper cucinare la cacciagione. Ricorda la sua amicizia con Francis Ford Coppola e con tutti i membri della sua famiglia. Parla dei film di Sergio Leone, girati con Eli Wallach (il Brutto), Lee Van Cleef (il Cattivo), e Clint Eastwood (il Buono); del minestrone di fagioli preferito da Totò, delle gaffes di Roger Moore (l’Agente 007). Del suo incontro con Mina e dell’amicizia con Renato Zero, Mia Martini e la Bertè. Racconta dei favolosi pranzi organizzati da Frank Sinatra, dei suoi rapporti con Burt Lancaster, e dei baci all’aglio di Jack Palance.”.
Paolo Colli ha cucinato l’arte in ogni salsa, è così?
–Per questo ci ho tenuto a mettere in appendice al libro 28 ricette di questo “cucineman”, dedicate ai vari personaggi del cinema, fra le quali una “anatra al formaggio” che fece dire a Romy Schneider che Paolo Celli “è il migliore chef del mondo”.
A quanto pare, li ha conosciuti proprio tutti…
Ha dell’incredibile la sua vita. Chi ha letto il libro non smette mai di parlarne, tanti sono i gustosi e sorprendenti aneddoti raccontati da Paolo Celli.
Laura Sartini
Nella foto: Paolo Celli con il regista de Il Padrino, Francis Ford Coppola