Il sindaco di Colle Val d’Elsa, Alessandro Donati, quasi in concomitanza della Festa della Liberazione, ha deciso di portare all’ordine del giorno del Consiglio comunale che si è svolto oggi, 27 aprile alle ore 14,30, la revoca della cittadinanza onoraria a S.E. Benito Mussolini, conferitagli per acclamazione il 24 maggio 1924.
Altri comuni, fra i quali Torino, Aosta, Modena, Ravenna, Pisa, Firenze, ecc. ecc. hanno anticipato Colle Val d’Elsa. Alcuni, addirittura, mentre toglievano la cittadinanza a Mussolini, la conferivano a Liliana Segre..
Tale revoca, secondo il sindaco senese, renderebbe “… giustizia a tutti coloro che in quegli anni hanno subito violenze, soprusi e vessazioni e, soprattutto, ai partigiani morti per la liberazione della nostra città dal nazifascismo … che per oltre un ventennio ha soppresso qualsiasi tipo di libertà … ha compiuto folli scelte che hanno spinto l’Italia in guerra a fianco della Germania nazista …accollandosi la responsabilità della deportazione di migliaia di cittadini in campi di sterminio e la promulgazione delle leggi raziali di stampo nazista”.
Perciò Mussolini – conclude il sindaco Donati – “…deve essere considerato pienamente come il simbolo del periodo più buio del nostro paese che, purtroppo, ancora oggi è ricordato con nostalgia da qualcuno che fatica a chiudere quel capitolo di storia. Il conferimento della cittadinanza onoraria è certamente da ritenersi incompatibile con la sua figura…”
Tutto vero e condivisibile, ma chi autorizza il sindaco di Colle Val d’Elsa a cancellare pagine di storia locale, che potrebbero invece essere di insegnamento alle future generazioni? Il sindaco ha forse deciso di confutare quella pillola di saggezza ciceroniana che la storia è maestra di vita?
E poi questa furia iconoclasta, davvero, può rendere “giustizia a tutti coloro che in quegli anni hanno subito violenze, soprusi e vessazioni”?
L’iniziativa può costituire una punizione per Mussolini e farlo arrossire per la vergogna?
Nel 1924 furono molti o forse, addirittura, tutti, i Comuni italiani, a concedere, non proprio spontaneamente, la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, il quale, nelle motivazioni, veniva presentato come “…Colui che per le migliori fortune e per i suoi divini destini, con polso fermo, con mente luminosa” regge le sorti dell’Italia.
Definito come “… Illustre uomo che ha salvato l’Italia”, “Artefice massimo della Grandezza della Nuova Italia”, “Esaltatore della stirpe italica”, “Nocchiero sicuro”, “Uomo di volontà ferrea intelligenza e amore per la Patria”.
Fra le motivazioni addotte, oggi, a giustificare la revoca, oltre a quelle già citate dal sindaco di Colle Val d’Elsa, figurano le seguenti: Mussolini è stato il mandante dell’omicidio Matteotti e di Giovanni Amendola; Mussolini ha firmato le leggi raziali; Mussolini, con Hitler è corresponsabile dei campi di sterminio e responsabile di altri misfatti, violenze e prevaricazioni che hanno caratterizzato il Fascismo.
Se fossi chiamato oggi a conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini, giudicando il suo operato, mai e poi mai gliela concederei. Troverei assai più giusto riservargli quella delle patrie galere, ma vivendo in quel clima degli anni “Venti”, è necessario immedesimarsi in quella gente che concesse l’onorificenza ad un uomo nuovo, che si presentava sulla scena politica, promettendo riforme, riscatto dall’indigenza, parità di diritti.
Pensiamo a cosa succede ai tempi nostri e in particolare, quali figuri abbiamo avuto il coraggio di votare, riponendovi illusorie speranze! Non so come mi sarei comportato, a quel tempo, ma oggi gliela revocherei quella cittadinanza? Perché questa è la domanda.
Assolutamente no, perché la storia non può essere cancellata, rimossa o revocata. La storia è quella che è e che è stata: non può essere cancellata né con un colpo di spugna, né con un voto del consiglio comunale.
Mi piacerebbe conoscere anche il vostro pensiero, in merito.