Nasce a Lucca l’idea di Pinocchio, lucchese di razza
Carlo Lorenzini, che diverrà noto come Carlo Collodi, autore di Pinocchio era figlio di Angiolina, una lucchese di Veneri.
Angiolina Orzali e Domenico Lorenzini da Cortona, si sposarono nel febbraio 1826 e il 24 novembre dello stesso anno nacque Carlo, il primo di dieci figli.
Nacque a Firenze, però trascorse la maggior parte della sua infanzia a Collodi presso la nonna materna, finché non fu mandato in un seminario di Colle Val D’Elsa per motivi di studio. Non volendosi far prete, continuò gli studi nella città natale, presso il Collegio dei Padri Scolopi.
Nel 1844 iniziò a lavorare presso la fiorentina Libreria Piatti, poi fu Segretario della Prefettura di Firenze e giornalista a tempo perso. Pare che non fosse un gran lavoratore, tanto che il Vice Prefetto, un giorno, gli disse: “Caro Carlo, lei assomiglia tanto a mio fratello, al quale piace l’arte di Michelaccio: mangiare bere a andare a spasso”.
E lui prontamente gli rispose: “Che simpaticone deve essere suo fratello! Me lo saluti tanto quando lo vede!”.
Successe a Lucca, in Via Fillungo
Inviato dalla Prefettura per ragioni d’ufficio, spesso veniva a Lucca, dove aveva tanti amici fra i quali Ferruccio Pieri, Ferdinando Martini, Carlo Paladini e Pilade Franceschi. Il punto dei loro incontri era in Via Fillungo, presso il Caffè Caselli (poi Di Simo). Da lì, all’ora di pranzo, raggiungevano il più delle volte l’Osteria delle Donnine, posta in Via dell’Anguillara (oggi Via Cesare Battisti), in quel tratto che unisce via Fontana con via S. Frediano.
E finalmente sono arrivato dove volevo arrivare e cioè al giorno in cui, nacque nella testa di Carlo Lorenzini, l’idea di creare Pinocchio.
Successe proprio all’Osteria delle Donnine, dove conobbe il padre del suo amico Pilade Franceschi, che gestiva un negozio di giocattoli in Via Fillungo. Non so come cadde il discorso, ma il negoziante raccontò di aver acquistato, quella mattina, da una compagnia ambulante di burattinai, diversi personaggi di legno, di stoffa, di paglia, protagonisti di tanti spettacoli per ragazzi. La cosa suscitò parecchia curiosità e così il Franceschi si offrì di accompagnare l’allegra brigata di giovani, nel suo negozio.
Carlo fu subito attratto da un burattino nudo, dalle gambe e braccia snodate, che si prestava come nessun altro, ai saluti, agli inchini, alla mobilità. Rimettendolo al suo posto, disse – secondo quanto scrive Giuliano Magherini: “tutti i personaggi della vita si riassumono in questo embrione di marionetta”.
Carlo se ne ritornò a Firenze inventando per sé il cognome Collodi, a lui caro essendo il paese della madre e della sua infanzia. Per quel burattino che tanto a lungo aveva rigirato tra le mani, scelse il nome di Pinocchio.
Qualche tempo dopo usciva a puntate, sul “Giornale dei Bambini”, la storia di un burattino speciale, destinata a diventare la più conosciuta nel mondo.
Mi piace pensare che sia nata a Lucca. E a dire il vero, Pinocchio, per quel suo amore per l’indipendenza e libertà, somiglia proprio ad un Lucchese di razza.
Nella foto: un vicolo di Collodi il paese di Pinocchio
6 Commenti. Nuovo commento
Grazie per questi bellissimi racconti ogni volta è un bel viaggio
Sono contento quando so di aver scritto qualcosa di interessante. Grazie.
Bella storia e sconosciuta a tanti
Grazie.
A Gambassi Terme c’è un’osteria di nome Pinchiorba. Il titolare afferma che tale fu il primo nome penesato da Collodi per Pinocchio.
Interessante. Da approfondire. Grazie.