Oggi si segnano le gole.
Nel giorno successivo a quello della Candelora, si celebra san Biagio, vescovo di Sebaste, in Armenia, e martire nel IV secolo, che in alcune iconografie viene rappresentato con candele, in altre con un pettine di ferro da cardatore, come nel reliquiario del XV secolo che si conserva nel Museo della Cattedrale di Lucca.
Mentre l’iconografia con le candele ricorda la sua ‘specialità’, l’iconografia con il pettine, ricorda il suo martirio: con quello strumento gli furono strappate le carni prima di essere decapitato. Pare facesse il medico e, come Sant’Antonio abate, era protettore degli animali, ma per lo più a lui si ricorreva per tutti i mali che potevano affliggere la gola. Pericolosa era la difterite che colpiva quasi il 10% dei bambini, ed ancora di più il croup che, in mancanza di rimedi adeguati, poteva portare a morte.
Si racconta che San Biagio, si conquistò la fama di protettore della gola a seguito di un episodio leggendario, accaduto vicino a Sebaste, antica capitale della Samaria, dove lo si conduceva prigioniero per essere giustiziato. Una donna gli andò incontro per portargli il figlioletto al quale si era conficcata una lisca in gola. Il santo lo benedisse e lo salvò da sicuro soffocamento.
Nel secolo scorso e prima ancora, il 3 febbraio, tutti i bambini venivano accompagnati in chiesa, essendo i soggetti più a rischio, ma nessuno dei ‘grandi’ mancava a quell’appuntamento. La tradizione continua anche oggi, seppur con meno presenze. Il prete, incrocia sotto la gola di ciascun fedele le candele benedette il giorno prima, accompagnando il gesto con particolari preghiere per invocare la protezione del Santo.
San Biagio è celebrato con particolare devozione a Pietrasanta che lo ha eletto a suo co-protettore insieme a San Martino. Nel Duomo si espone una sua reliquia e si effettua la segnatura della gola, cerimonia alla quale ogni anno affluisce una vera e propria folla di fedeli. Sempre a Pietrasanta, nella chiesa della Misericordia, ovvero di Sant’Antonio abate, è custodita una pregevole scultura lignea di San Biagio attribuita a Iacopo della Quercia, autore della più famosa Ilaria del Carretto che si conserva nel Duomo di Lucca.
San Biagio, oltre che dei medici laringoiatri, è anche protettore dei pastori, degli agricoltori, dei cardatori di lana, e dei suonatori degli strumenti a fiato. Nel 732 le sue reliquie furono portate a Maratea, di cui è patrono.
Nella foto: interno della Collegiata di S. Martino, Pietrasanta.