Se fosse istituito un Guinness dei Primati destinato a chi nel corso della vita, ha fatto più conoscenze e stretto più amicizie, o a chi ha fatto più mestieri, credo che il premio andrebbe attribuito a Paolo Celli. Basta scorrere le pagine del libro dal titolo “Paolo Celli, Istrione e chef delle stelle”, per rendersene conto.
Ha fatto il cantante, il corridore ciclista, lo stuntman, la controfigura, il protagonista di fotoromanzi, l’indossatore, l’attore, lo chef nel paradiso delle grandi stars del cinema.
Partì da Montecarlo
Partì tanti anni fa da Montecarlo, alla volta di Torino, dove era stato assunto come lavapiatti. Erano tempi del dopoguerra; tempi duri della ricostruzione, in cui, appena terminata la scuola elementare, un ragazzo doveva iniziare a lavorare, per contribuire all’economia della famiglia.
Aveva tredici anni e già a quell’età aveva fatto diverse esperienze lavorative: nella bottega del fabbro, in quella del falegname, nel laboratorio del sarto, dietro il bancone del gelataio e perfino il fattorino per la consegna delle casse da morto, alle famiglie del paese, in lutto. Fallimento totale: l’unica attività che gli andava a genio era quella di vendere caramelle al cinema Paradiso del suo paese, perché questa gli consentiva di assistere a film, senza pagare; conoscere attori ed attrici, immedesimarsi in tante storie e sognare.
Luci della ribalta
Era attratto irresistibilmente dalle luci della ribalta come dai fornelli della cucina delle Suore Stimmatine, dove lavorava anche sua madre.
A scuola non riusciva a mandar a mente la data di nascita di Cavour o di Mazzini, ma in cucina, ricordava a memoria le ricette, con ingredienti e tempi di cottura; sapeva riconoscere tutti gli “erbi” che la collina offriva, per farne sfiziose insalate, frittate o per profumare i piatti più poveri della tradizione lucchese.
Voleva diventare “qualcuno”
Lasciò il suo paese con l’idea di diventare qualcuno, per fargliela vedere al suo maestro che in cinque anni, non gli aveva mai detto “bravo”, o dato un voto più alto del “sei”; e a quelle sciocche ragazzine, compagne di scuola, che avevano occhi soltanto per Fausto, il primo della classe.
Non una sola volta, fu chiamato Paolo per le recite scolastiche, ma sempre Fausto, nonostante che sul palcoscenico fosse un vero “cane”.
Campione del mondo
La sua non è stata una vita facile, ma Paolo è riuscito ad imporsi sotto i riflettori come aveva sempre desiderato. In campo cinematografico, ha interpretato ruoli, più o meno di spicco, in oltre 60 film; ma, come cuoco, ha ottenuto i massimi riconoscimenti: nel 1976 è stato campione del mondo ad Hong Kong e successivamente ha soddisfatto i palati di centinaia delle più luminescenti stars di Hollywood. Romy Schneider, assaggiando i suoi piatti fra i quali una inarrivabile “anatra al formaggio”, dovette riconoscere che Paolo Celli “è il migliore chef del mondo”.
Paolo ha incontrato oltre 200 attori, cantanti e personaggi dello spettacolo in genere…
In questo libro, Paolo Celli, rivela i suoi incontri con i vari personaggi dello spettacolo e ne riporta pregi, vizi, virtù, capricci e stravaganze. Riferisce aneddoti e curiosità. Più di una volta, si meraviglia di trovarsi in mezzo a questi giganti senza rendersi conto di essere lui stesso un gigante, partito un giorno, con una valigia di cartone, per lavare i piatti in una anonima trattoria di Torino.
Il libro può essere acquistato in libreria o su Amazon.
In “Appendice” il Lettore troverà 28 ricette, di facile preparazione, di cui 26, dedicate ai vari personaggi del cinema,