Pentecoste ed i petali di rosa
Il suo nome significa “cinquantesimo giorno” e fu usato dai Giudei per designare la festa dei 50 giorni dopo la Pasqua ebraica.
La Pentecoste era per gli Ebrei, insieme alla Pasqua e ai Tabernacoli, una festa di “Peregrinazione”, durante la quale, essi erano tenuti a recarsi al tempio di Gerusalemme.
Nella religione cristiana, la Pentecoste ha assunto altro significato, quello di ricordare la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli adunati nel Cenacolo a Gerusalemme. Da quel momento iniziò l’opera di evangelizzazione, di espansione della Chiesa nel mondo, ma la Pentecoste cominciò ad essere celebrata dal popolo solamente dal IV secolo in poi.
Nella tradizione cristiana, con il termine “Pasqua”, si intende una importante festa religiosa.
Pasqua rosata
Nella tradizione, la festa prende il nome di “Pasqua rosata”, Pasqua delle Rose, poiché per molto tempo si è usato lanciare dall’alto delle chiese sui fedeli, petali di rose rosse, per simboleggiare il sangue versato da Cristo per la redenzione dell’umanità e la discesa dello Spirito Santo.
Ancor oggi, nel Pantheon di Roma, al termine della Messa i vigili del fuoco lasciano cadere dal lucernario posto sulla sommità della cupola, migliaia e migliaia di petali di rosa che finiscono con il tingere di rosso l’intero lastricato della Basilica.
La celebrazione nelle chiese di Lucca
Anche da noi, nella Chiesa di Santa Gemma, si ripeteva ogni anno questa suggestiva cerimonia ricca di poetici simbolismi.
I petali avevano sostituito i batuffoli infiammati, che si erano dimostrati pericolosi, perché avevano provocato spesso scottature tra i fedeli. Questo rito ebbe termine nel 1308, quando con Clemente V, la sede pontificia fu trasferita ad Avignone.
“Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro e tutti furono colmati di Spirito Santo…”
Anticamente, nelle chiese di Lucca, nel momento in cui veniva intonato il “Veni Sancte Spiritus”, si riproduceva quel fragore con il suono delle trombe.
Ad Orvieto, vi è la festa della Palombella, databile al XVII secolo.
La cerimonia più antica
Ma la cerimonia più antica è quella che si svolge da oltre mille anni nel Lussemburgo, ad Echternach.
Si tratta di una processione danzante, dedicata al Santo protettore locale, San Willibrod, affinché protegga coloro che sono afflitti dal ballo di San Vito.
Il corteo parte da una chiesa per fare il giro della città e dei dintorni, procedendo a saltelli, per giungere sino ad una scala di sessantaquattro scalini. Alla sommità della quale v’è la chiesa dedicata al Santo. Anche la scalinata viene salita “a piccoli salti”.
Nella foto: il Santuario di Santa Gemma a Lucca