A che serve astenersi?
L’umanità ha passato in rassegna tutti i tipi di governo e diciamo subito che non ce n’è stato uno che ha potuto contentarla. C’è stata la monarchia, ossia il governo di una persona sola, l’oligarchia, ossia il governo di pochi privilegiati ed infine la democrazia, il governo del popolo, che pur presentando mille difetti, quanti sono quelli presenti nella natura umana, tuttavia è quello meno peggio, perché è il popolo, ognuno di noi che viene chiamato, insieme ad altri a regolamentare la nostra società, con leggi, per renderla sempre migliore, più vivibile e più giusta.
In democrazia è il popolo a scegliere le persone destinate a governare e lo fa con votazione libera e specchiata. La votazione è quindi una caratteristica peculiare della democrazia.
Senza votazione, non esisterebbe la democrazia e a governare sarebbero i più forti, i più prepotenti, saliti al potere sicuramente facendo ricorso alla loro forza economica o alle armi.
E’ per questo che nel nostro ordinamento, il voto è un diritto fondamentale, ma anche un dovere se si intende mantenerla. Lo stabilisce l’articolo 48 della nostra Costituzione. Se si ritiene che non sia il caso mantenere lo stato democratico, allora sappiamo come fare: NON ANDARE A VOTARE.
Però tutti dovremmo astenerci dal votare, altrimenti se qualcuno lo farà, per le regole democratiche, saranno costoro a scegliere anche per chi si non si reca alle urne.
Personalmente, non sono disposto a lasciare che tipi come Draghi, Speranza, Monti, Letta, Di Majo, Renzi, Salvini, Meloni, Berlusconi, ecc. ecc. scelgano per me, uomini e partiti destinati al Governo del nostro Paese. Lo voglio fare io perché mi ritengo capace di intendere e di volere e perché non voglio che siano altri a scegliere, per me, il mio futuro ed il futuro dei miei figli e nipoti.
L’astensione, la scheda bianca o nulla esprimono una protesta?
Oltre all’astensione ci sono altre alternative di comportamento da tenere per esprimere quello che qualcuno, erroneamente a mio parere, la ritiene una utile protesta.
C’è la scheda nulla, per un errore fatto da chi, ad esempio, mette la croce su due simboli diversi; ma anche provocata volontariamente, da parte di chi scrive sulla scheda frasi sconce o insulti. La differenza fra l’errore materiale e le espressioni di contestazione, è del tutto irrilevante: queste schede andranno a formare lo stesso mucchio e identificate dalla loro sommatoria con un solo numero e una sola dicitura: schede nulle. Veramente non riesco a capire a cosa possono servire: non c’è scelta e quindi sono espressione (a meno di quelle nulle per errore materiale) di chi non è ancora pronto per la democrazia, o non ha capito bene, cosa essa sia.
C’è la scheda bianca, messa nell’urna senza esprimere nomi o preferenze. Viene da chiederci: perché costui si è assunto la fatica di recarsi al seggio per poi non esprimere un voto?
Costui, non c’è che dire, è consapevole, che è necessario votare per mantenere la democrazia, ma cosa intende esprimere con la scheda bianca: una protesta, oppure ha una tal confusione mentale da non saper operare una scelta?
C’è infine l’astensione, e questa offre innumerevoli possibilità di lettura. E’ una forma di protesta? Non si vota perché non sappiamo il significato di democrazia? Non si va a votare perché non si crede nella democrazia? Non si vota perché siamo fuori del contesto sociale e non sappiamo per chi votare? Non si vota per la fatica di recarsi al seggio? Ci si astiene, perché per noi che venga eletto Tizio, Caio o Sempronio è la stessa cosa? Io credo che soltanto per un sasso sia la stessa cosa, ma non per la persona che vive in una società organizzata.
E’ determinante votare.
Scheda nulla, bianca e astensione, hanno una cosa in comune: quella di favorire i partiti facenti parte della maggioranza del governo in carica al momento delle elezioni. Se ritenete che il governo attuale abbia fatto bene, allora potete astenervi dal voto, visto che con il vostro comportamento di astensione, lo favorite. Siccome io penso che questo governo abbia fatto malissimo all’Italia ed agli Italiani, vado a votare, con la speranza di poterlo cambiare nell’interesse di tutti.
Non cadiamo nella trappola di chi dice che “votare non serve a nulla”. Serve eccome!
Il Maestro ed “influencer suo malgrado” Andrea Colombini, è un astensionista e suggerisce quindi di non andare a votare. Poi cade in contraddizione quando afferma di essere stato determinante, con i voti dei suoi “seguaci”, nella vittoria a Lucca di Mario Pardini. Domando: ma se avesse consigliato ai suoi di astenersi dal voto, Mario Pardini sarebbe stato ugualmente eletto sindaco di Lucca?