Informazion e
Perché paghiamo il canone RAI?
Veramente mi domando se è giusto continuare a pagare un canone alla RAI a corrispettivo di una disinformazione sistematica e pericolosa.
Abbiamo avuto una sequela di esempi in questi due anni di epidemia da Covid. Ci sono state trasmesse immagini falsificate di autocarri che si diceva trasportassero salme di contagiati; siamo rimasti inebetiti per ore davanti agli schermi televisivi, dove a parlare erano soltanto prezzolati personaggi, sedicenti scienziati, che ci raccontavano le più strampalate fandonie, presentandole come fatti veri. Ci hanno costretti a stare chiusi in casa, a lasciare morire senza il conforto di un familiare i nostri cari, e noi abbiamo obbedito, grazie a questo tipo di informazione.
Lo schermo televisivo è stato interdetto per mesi a veri scienziati soltanto perché portatori di opinioni diverse, ma che avrebbero contribuito a fornire ai telespettatori una corretta informazione e a ridurre di molto il numero dei morti.
La Rai ha ritenuto così di potersi permettere di tutto, considerando il popolo italiano costituito da perfetti idioti.
Oggi, con il conflitto tra Russia e Ucraina, si permette di mandare in onda immagini tratte da videogiochi, facendole passare per tragedie di guerra.
E non se ne scusa, perché ritiene, evidentemente, che non sia un dovere per la RAI quello della corretta informazione.
Ascoltiamo l’incredibile telefonata
La telefonata che vi sottopongo fra David Colantoni e la redazione della RAI Due, è veramente incredibile. Il giornalista che risponde, autore del servizio, riconosce che quelle immagini di sciagura sono tratte da un videogioco, ma non intende scusarsene. Dice di essere stato per metà della sua vita un militare, di essere un esperto di manipolazione dell’informazione, e lo afferma, quasi con orgoglio, come se queste sue qualità gli conferissero l’autorità di mettere di mezzo la gente.
Riconosce di non avere immagini di guerra da mandare in onda e quando Colantoni gli chiede che fine hanno fatto i giornalisti inviati sul terreno di guerra, egli risponde che “quelli vedono meno di quello che vedo io”. Ecco perché si sente autorizzato ad inventare e lui ritiene di essere la persona giusta perché, appunto insegna come si manipola l’informazione, e perché ha operato come militare in zone di guerra, assistendo a scene come quelle riprodotte dal videogioco. Scene che lui immagina ma che non si sono verificate.
E per avere una disinformazione del genere, ci viene imposto di pagare un corrispettivo!?
Ascoltate qui la telefonata e poi ditemi se non è da denuncia penale l’autore del servizio, insieme a tutti i dirigenti RAI.