Pisani e Lucchesi uniti dal Foro di San Giuliano
L’11 dicembre 1949, domenica, ci fu l’inaugurazione del Foro di San Giuliano. Un foro che trapassava da parte a parte quel “…monte per cui i pisani veder Lucca non ponno”, come ebbe a scrivere Dante Alighieri nel XXXIII Canto dell’Inferno. Visto come la pensava il divino Poeta su Pisa ed i Pisani (Ahi Pisa, vituperio de le genti / del bel paese là dove ’l sì suona…) non so fino a che punto avrebbe potuto gradire quell’apertura. Lo apprezzarono, senza dubbio, però, quelle persone che per passare da una città all’altra, dovevano salire fino in cima al monte e poi discenderlo.
Quanta fatica risparmiata! E fu proprio il desiderio di eliminare questo tipo di ostacolo che ispirò Carlo Barsotti ad elargire una somma considerevole per contribuire alla realizzazione del foro. Aveva pensato a sua madre, Rosa Pannocchia, che per tanti anni, con il freddo, con l’acqua, sotto un sole cocente, aveva dovuto fare quel percorso per andare “a opre” negli oliveti pisani.
Chi era Carlo Barsotti? Sicuramente una persona molto generosa, fortunata, piena di iniziative e spregiudicata quanto basta. Era nato il 4 gennaio 1850, a San Giuliano Terme, ma era divenuto lucchese fin dalla sua tenera età, con il trasferimento della famiglia a Santa Maria del Giudice.
All’età di 22 anni emigrò negli Stati Uniti e lì, come succedeva ai più, si era adattato a fare un po’ tutti i mestieri. Fu bracciante, manovale, tipografo e poi addirittura banchiere! Era intelligente; aveva un carattere aperto, invitante, rassicurante. Per queste sue qualità, come banchiere, riuscì a conquistare una vasta clientela. Purtroppo, la fortuna, ad un certo punto, gli girò le spalle. Fu dichiarato fallito e nel dissesto furono travolti molti risparmi degli emigrati italiani.
Riuscì a “rifarsi” qualche tempo dopo. Mise insieme un grosso patrimonio, tanto che nel 1922, poté fare la proposta di contribuire con 250.000 dollari alla realizzazione del foro. Nel dicembre dello stesso anno, fu presentato il progetto al Comune di Lucca, mentre i lavori affidati alla ditta Vitali di Roma, iniziarono nel 1925. Già 10 mesi più tardi, nel febbraio 1926, fu abbattuto l’ultimo diaframma sul versante lucchese. Da quel momento i lavori cominciarono ad andare a rilento, principalmente per difficoltà economiche.
Poi venne la guerra e quella galleria, abbozzata, fu utilizzata dai tedeschi per il deposito di materiale bellico. Il Barsotti morì il 30 marzo 1927 a Coytesville (New Jersey). Ce la fece a vedere il monte traforato, ma non la galleria completata ed aperta al traffico.