Prima di tutto, io sono figlio di Lucca
Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto, come oggi, nel 1888, da Antonio e da Maria Lunardini, entrambi lucchesi di San Concordio. Il padre era emigrato in Africa, anni prima, richiamato dalla possibilità di lavorare alla costruzione del Canale di Suez.
Quella dell’emigrazione, sembrava essere una via obbligata per la nostra gente. E poi lo spirito d’avventura, il desiderio di indipendenza e intraprendenza e la voglia di conoscere il mondo, tutte caratteristiche proprie dell’indole lucchese, propiziavano l’emigrazione. Se ne accorge il poeta che scrive di Lucca:
In queste mura non ci si sta che di passaggio.
Qui la meta è partire
Quando nacque Giuseppe, i genitori gestivano un forno ad Alessandria che assicurava discreti margini di guadagno, da consentire al ragazzo di frequentare le migliori scuole, nonostante che fosse venuto a mancare il padre per morte, avvenuta nel 1890. In casa si parlava e si viveva alla maniera lucchese, timorosi di Dio.
A casa mia, in Egitto, dopo cena, recitato il rosario,
mia madre ci parlava di questi posti.
La mia infanzia ne fu tutta meravigliata.
Nonostante il desiderio di conoscere la città dei suoi genitori, lo poté fare soltanto nel 1919, appena finita la guerra, alla quale aveva partecipato come volontario. Al fronte, dove la vita del soldato diventa un bene di consumo, avrà di certo temuto di non ritornare e non riuscire a vedere Lucca.
nel mio silenzio ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto attaccato alla vita
Nel silenzio del cannone, scruta l’Isonzo, nelle cui acque, conta i fiumi che hanno segnato la sua esistenza.
Questo è il Serchio
al quale hanno attinto
duemil’anni forse
di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre
Di ritorno vuol fare indigestione del sentimento lucchese, come avrebbe fatto suo padre, vecchio emigrante, andando all’osteria, a scambiare esperienze.
Mi sono seduto al fresco, sulla porta dell’osteria
con della gente che mi parla di California
come d’un suo podere.
Nel maggio del 1958, il sindaco Giovanni Marchetti gli conferì la cittadinanza onoraria. Il poeta, commosso, non riuscì a nascondere la propria soddisfazione:
“Da 70 anni, aspettavo questo giorno. Non gli onori, che sono il segno di una immeritata benevolenza, ma il riconoscimento che prima di tutto io sono il figlio di Lucca”.
Mi sono limitato a parlare del sentimento di amore che legava il poeta Giuseppe Ungaretti, a Lucca. Parlerò ancora di lui rievocando la sua morte avvenuta a Milano nel 1970. Si considerò sempre un lucchese di razza:
Ora lo sento scorrere caldo nelle mie vene,
il sangue dei miei morti.
Buon compleanno, Giuseppe Ungaretti!
2 Commenti. Nuovo commento
Il mio poeta preferito fin da ragazzina. Buon compleanno💕
Tu dici: “è il mio poeta preferito”. Io dico: “è un grande poeta”. Entrambi parliamo al presente e questo è molto importante, perché vuol dire che il grande artista non muore mai.