Ridotto al lumicino: un’antico modo di dire reso attuale dal Covid
Di chi era macilento e “…n’acciottoravin i ‘ppanni addosso”, in Lucchesia si diceva: “fa lume”, o anche: “è ridotto al lumicino”. Quest’ultima era una espressione molto ricorrente e si adoperava per parlare di persona esile, consumata, sfatta, come appare la cera di candela che sta per finire. Di norma, questa consunzione era provocata dalla fame, ma poteva altresì essere causata dalle pene d’amore.
Fior di lupino / se mi ci metto te lo levo il damo / ti faccio strugge come un lumicino.
Due alberi piantati insieme stanno / uno fa il frutto e l’altro lo matura; / così sarà di noi, se noi ci amiamo, / uno si strugge e l’altro si consuma.
Soffrire la fame, o le pene d’amore poteva portare addirittura a non “reggere l’anima co’ denti”, pur non essendo l’anima di alcun peso.
E mmentre caminavo e ggiù scendevo / per quella frana lì mesza distrutta / e ll’anima co’ ddenti m’areggevo, /viddi ‘na bestia schifa e arquanto brutta, / che si leccava i bbaffi e mi guardava / com’un che ha fame e vvede pastasciutta[1].
Il modo di dire “essere ridotti al lumicino” sembra di origine fiorentina, nel primo significato di “siamo alla fine delle nostre risorse”.
A Firenze, alla porta dell’Oratorio di San Martino del Vescovo, fino al secolo scorso, c’era una cassetta dove venivano depositate “le limosine per li poveri vergognosi”. Erano coloro che, pur avendone bisogno, si vergognavano a chiedere la carità per strada.
Può succedere anche oggi a chi non trova lavoro, agli anziani più sfortunati, agli ammalati, alle vedove con figli da mantenere ecc. ecc.
A quel tempo, in loro soccorso intervenivano persone che si autotassavano e depositavano in quella cassetta la loro offerta. Il denaro veniva poi raccolto e gestito dalla “Compagnia dei Buonomini” per la successiva distribuzione a “li poveri vergognosi”.
Quando le offerte scarseggiavano, veniva accesa una candela sulla cassetta affinché i cittadini sapessero che c’era bisogno di carità come dire che le risorse stavano per esaurirsi e cioè, erano “ridotte al lumicino”.
[1] Cesare Viviani, Inferno.