Un monumento alla Donna
Nella Roma antica, esisteva già la Festa della Donna che si celebrava fin dal 1° marzo del 375 a.C., quando ancora quel mese era il primo dell’anno. E’ significativo che l’anno si aprisse proprio con questa festa, chiamata Matronalia, dedicata a tutte le donne, come simbolo di fertilità, di Vita e di Famiglia.
Invece, questa festa fu dimenticata, per ripresentarsi soltanto ai primi del secolo scorso, celebrata in date diverse, da Paese a Paese.
In Italia, compare nel 1922, forse sull’esempio delle donne di San Pietroburgo che l’8 marzo 1917 erano scese in Piazza per invocare la fine della Prima Guerra Mondiale. Fu però una celebrazione che passò quasi inosservata. Si cercò di fare sul serio a partire dal 1946 per iniziativa dell’Unione Donne Italiane di Roma. Come simbolo fu adottato la mimosa perché era uno dei pochi fiori reperibili agli inizi di marzo e che cresceva abbondante in tutta Italia.
Ma la celebrazione dell’8 marzo, per diversi anni, considerata una ‘iniziativa delle sinistre’, fu ostacolata in tutti i modi, addirittura proibendo la distribuzione della mimosa nelle strade e vietandone la diffusione nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
In tempi abbastanza recenti l’ONU dichiarò il 1975, Anno Internazionale della Donna, fissando l’8 marzo come data ufficiale.
Dovette sembrare poco virile, dedicarle una festa, facendo riferimento alla Donna simbolo di fertilità e di vita, alla Donna-compagna, alla Donna-madre, alla Donna-poesia, alla Donna-lavoratrice, alla Donna-coraggio… e così si legò la giornata ad una calamità. Si parlò e si continua a raccontare dell’incendio di una fabbrica di camicie, che sarebbe avvenuto a New York, nel lontano 1908, provocando la morte di centinaia di lavoratrici.
Un fatto inventato, o per lo meno, non avvenuto l’8 marzo, e non in quelle proporzioni. Si inventò, come se tutte quelle attribuzioni che si devono alla Donna, fossero insufficienti a festeggiarla.
Non ci dovrebbe essere soltanto un giorno dell’anno per ricordare la Donna con un fiore, ma ogni giorno dovrebbe essere il più speciale da dedicare a lei.
La pittura: Jan Vermeer, Testa di ragazza con turbante, 1660-1665, Mauritshuis – L’Aia.